È durata più di un giorno, 37 ore totali, la seduta finale della Commissione Bilancio della Camera sulla Legge di Stabilità. Al termine della seduta, la Commissione ha licenziato la manovra finanziaria con molti micro interventi ed ora, da giovedì, toccherà ai deputati della Camera votare la Legge che entrerà in vigora dal 2016. Cambiamenti importanti rispetto al testo uscito dal Senato non ce ne sono stati e soprattutto sul capitolo pensioni, la delusione è tanta per promesse, emendamenti e chiacchiere che sono rimaste al palo.

Niente da fare per le lavoratrici che compiono gli anni nell’ultimo trimestre

Opzione donna è un provvedimento particolare che consente alle donne di uscire dal lavoro con molto anticipo rispetto all’età prevista per la pensione. Ma come è imponente l’entità dell’anticipo consentito (da 66 anni ed oltre a 57 anni e tre mesi) è altrettanto imponente l’entità della penalizzazione per l’assegno che si andrà a percepire (tra il 27% ed il 39%) che sarà calcolato interamente con il sistema contributivo. Il provvedimento è particolare perché, oggi, chiede alle casse statali una uscita di denaro in più, per le 36.000 donne interessate da questo provvedimento, mentre nel lungo termine porterà risparmi all’erario per via delle forti penalizzazioni a cui le pensioni sono soggette.

Il Governo ha stanziato 2.5 miliardi per questa opzione donna, cifra considerata eccessiva da molti. Proprio questo stanziamento è l’ultima scialuppa di salvataggio per le donne nate negli ultimi 90 giorni dell’anno. Infatti, per via dei 3 mesi di aspettativa di vita, l’età da raggiungere per usufruire dell’opzione è 57 anni e 3 mesi se lavoratrici dipendenti, e 58 anni e 3 mesi per le autonome.

La data ultima per soddisfare questo requisito, ma anche quello dei 35 anni di contributi versati è il 31 dicembre 2015. Alle nate nell’ultimo trimestre dell’anno, sarà concessa l’uscita anticipata solo se rimarranno soldi non utilizzati per quelle che rientrano nei requisiti normalmente.

Esodati, tutto tace

In parole povere anche alle donne è riservato lo stesso trattamento che per gli esodati.

Si stanziano soldi che, se non utilizzati, saranno usati per coprire altri soggetti rientranti nella stessa fattispecie di quelli coperti dal provvedimento. Questo almeno è quello che dovrebbe succedere in teoria, perché come è accaduto per il Fondo per le Salvaguardie esodati, spesso i soldi possono cambiare destinazione per cose ritenute altrettanto urgenti. Proprio la settima salvaguardia, dopo il lavoro in Commissione Bilancio, non ha ricevuto alcuna modifica rispetto al testo uscito in prima lettura al Senato.

Tutti quei lavoratori che la Fornero ha lasciato senza tutele, rischiano di restare tali, anche se c’è già chi, nonostante le smentite, apre gli scenari di una eventuale ottava salvaguardia esodati, utilizzando sempre i risparmi che si avranno con la settima.

Un’altra storia che sta assumendo le proporzioni della soap-opera. Alla Camera quindi dovranno approvare la Legge di Stabilità che ha ancora una volta posticipato i problemi del nostro sistema previdenziale, inserendo solo un micro aumento di soglia per la no tax area, il congelamento dei conguagli per la deflazione ed il cancellamento delle penalizzazione per alcuni pensionati andati in pensione da precoci.