In attesa che venga emanato ilconcorso scuola 2015-2016,più volte annunciato dalla stessa ministra alla pubblica istruzione Stefania Giannini e rinviato “sine die”, anche se ora il sottosegretarioFaraone garantisce che uscirà entro il 31 dicembre 2015, i docenti precari di II fascia, con titoli ed anni di esperienza di insegnamento, lanciano un appello agli organismi istituzionali nelle loro più alte espressioni, affinché vengano riconosciuti i loro diritti maturati dietro una cattedra e con un percorso di studi non valorizzato o riconosciuto. Il personale scolastico precario chiede anche la solidarietà di coloro a cui sta a cuore la Scuola pubblica; invitano, difatti, tutti, dai familiari agli amici ai colleghi già stabilizzati, ad unirsi nella loro protesta ed a sottoscrivere l’appello.

I precari scrivono al Presidente Mattarella ed alle più alte cariche dello Stato

L’appello viene inviato al Presidente della Repubblica, al Presidente del Senato, al Presidente della Camera, alla Ministra Istruzione Università e Ricerca ed al Sottosegretario Faraone con l'obiettivo di tutelarei loro diritti e la loro professionalità. Nell’appello, i docenti precari di II fascia, nel sostenere con forza di essere in possesso di titoli ed abilitazioni, chiariscono la loro posizione di assoluta precarietà nonostante molti svolgano, senza riconoscimenti, la professione insegnante da 36 mesi, alcuni anche oltre 10 anni di servizio a tempo determinato. Molti deidocenti di II fasciahanno frequentato percorsi abilitanti TFA e PAS e magari trasferendosi anche in altre regione pur di lavorare, indebitandosi persino con mutui per l’acquisto della casa.

I precari, facendo riferimento alla Lg. 107 (la Buona Scuola) lamentano soprattutto “la dimenticanza” del Ministero della pubblica istruzione, della loro professionalità, acquisita sul campo, e dei loro titoli. Niente, infatti, si dice a tal proposito e né per loro è previsto alcun piano di assunzione, anzi, evidenziano che addirittura a partire da settembre 2016, saranno eliminate le graduatorie di istituto dalle quali vengono chiamati ogni anno per coprire incarichi su posti vacanti, accentuando, così instabilità, disuguaglianze economiche e di pari opportunità e discriminazioni.Inoltre fanno presente che l’emanando concorso assicurerà la stabilizzazione solo ad alcuni di loro, abbandonando i rimanenti in uno stato di precarietà assoluto e\o di disoccupazione, dopo anni di onorata carriera.

Gli appellanti chiedono, oltre che la sensibilità delle persone coinvolte, anche azioni concrete con l’obiettivo di porre fine al precariato rivedendo le procedure di immissionein ruoloattraverso un piano pluriennale di stabilizzazione per loro precari storici, a chi per anni ha lavorato dietro una cattedra senza certezze e per valorizzare la loro professionalità.Vedremo a giorni se il loro appello avrà effetti anche sulle norme che caratterizzeranno il concorso da bandire. Voi perciò seguiteci, noi vi terremo aggiornati, pertanto cliccate su “segui” posto in alto sopra il titolo