L’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, nella forma modificata dal Jobs Act, si applica anche ai lavoratori della Pubblica Amministrazione. Lo ha stabilito una sentenza della Corte di Cassazione che cambia quelle che sono le regole per il licenziamento degli statali per i quali, secondo il ministro Marianna Madia, sembrava che le nuove regole sulle tutele crescenti stabilite dal Jobs Act non fossero valide.
La sentenza della Cassazione sull’articolo 18 per i lavoratori statali
La sentenza della Cassazione che ha riaperto il dibattito sull’applicabilità del Jobs Act ai lavoratori della Pubblica Amministrazione riguarda il ricorso contro il licenziamento per motivi disciplinari presentato da un dirigente del Consorzio Area Sviluppo Industriale di Agrigento.
Nella vicenda in questione, la Cassazione ha dato ragione al dipendente, accogliendone il ricorso per un vizio di procedura, e specificando nella sentenza che il Testo Unico del pubblico impiego prevede l’applicazione dello Statuto dei Lavoratori e delle sue successive modifiche. Via libera, quindi, all’articolo 18 modificato anche per i lavoratori statali che potranno essere licenziati senza la possibilità di reintegro.
La tesi del ministro Madia sull’articolo 18 per i dipendenti pubblici
Sulla sentenza è intervenuta Marianna Madia, ribadendo che la riforma del Jobs Act non si applica ai dipendenti pubblici in quanto c’è una differenza sostanziale tra il datore di lavoro pubblico e quello privato.
In sostanza, secondo la Madia, il datore di lavoro privato agisce con risorse proprie che può decidere di utilizzare per il risarcimento del lavoratore licenziato ingiustamente, mentre il datore di lavoro pubblico gestisce risorse non sue e non è autorizzato a fare questa scelta.
Una tesi sostenuta anche dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, e smentita, oltre che dalla sentenza della Cassazione, dal professor Umberto Romagnoli, docente di diritto del lavoro a Bologna che, in una dichiarazione riportata dal Fatto Quotidiano, sostiene che l’inoppugnabilità della sentenza stessa.
La riforma della Pubblica Amministrazione, prossima ad essere varata, dovrà ora occuparsi anche di armonizzare le norme del lavoro pubblico e quelle del lavoro privato col rischio, fa notare il professor Romagnoli, di aprire un procedimento di incostituzionalità nel caso in cui si voglia confermare la non applicazione del Jobs Act per i dipendenti pubblici.