Nonostante le premesse degli scorsi mesi, sembra ormai confermato che un intervento di flessibilità strutturale nell'accesso all'Inps potrà realizzarsi solo a partire dal prossimo anno. A dare il via a questo scenario è stato il Governo quando ha inviato al Parlamento il testo definitivo della legge di stabilità 2016, stante che al suo interno tutti i provvedimenti riguardanti la previdenza restavano ben delineati all'interno del perimetro delle salvaguardie già avviate. Tanto che Mef e Mdl nelle settimane successive hanno confermato indirettamente come la flessibilità pensionistica sarà un tema oggetto di nuove discussioni solo nei primi mesi del 2016, quando il problema degli esodati potrà dirsi definitivamente concluso.

D'altra parte, non si può dire che di recente siano mancate le proposte di riforma, a partire dalle opzioni suggerite dai tecnici dell'Inps per arrivare alle tante propostedi intervento giunte dal Parlamento.

Riforma pensioni, si punta ad un'apertura dei criteri di quiescenza a partire dai 62 anni di età

Ciò di cui resta certezzaèla necessità di intervenire in favore dei lavoratori e dei disoccupati in età avanzata, molti dei quali stanno soffrendo una situazione di disagio a causa della crisi economica, di lavori usuranti e dell'impossibilità di accedere alle tutele previdenziali. Anche in Parlamento si registrano i primi riscontri sull'apertura di una discussione definitiva riguardante l'introduzione di un meccanismo di pensionamento anticipato.

"La flessibilità in uscita non c'è nell'attuale LdS" spiega l'On. Cesare Damiano, specificando che "sarà la grande battaglia che porteremo avanti nel 2016, confrontandoci con il Governo". Per quanto concerne l'idea della Commissione lavoro, l'esponente della minoranza Dem sottolinea la misura già suggerita in diverse occasioni al Governo Renzi.

Si tratta della quota 97, che permetterebbe l'uscita a partire dai 62 anni di età con 35 anni di versamenti, seppure con il 2% di penalizzazione massima. L'idea di fondo è che la politica possa convergere su un meccanismo simile, anche considerando che lo stesso Presidente Inps Boeri ha segnalato proprio l'età dei 62 - 63 anni come il punto di partenza per avviare la flessibilità previdenziale.

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