La Legge di Stabilità ed il capitolo Pensionitengono banco, anche se negli ultimi giorni le vicende del salvataggio delle 4 banche ha parzialmente deviato l’attenzione dell’opinione pubblica. Il testoè alla Camera dove la Commissione Bilancio e tutti i deputati dovranno valutare gli emendamenti che sono pervenuti. Degli oltre tremila correttivi proposti, seicento sono quelli su cui l’attenzione del secondo ramo del Parlamento si sta concentrando, e molti sono quelli relativi alla questione previdenziale.

Proposte della Maggioranza, tra Renziani e minoranza interna

Prima del 15 ottobre, giorno in sui è stata resa pubblica la manovra finanziariadel Governo, molti tra gli esponenti di spicco del PD si erano sprecati con idee, proposte e misure per correggere il capitolo pensioni che è fermo alla famigerata Legge Fornero. La carenza di coperture finanziarie e la ristrettezza dei tempi (la Legge di Stabilità va approvata entro fine anno), hanno portato la Maggioranza ad escludere la riforma previdenziale dalla Legge di Stabilità ed a posticiparla al 2016. Rispetto ai proclami, la delusione è tanta a vedere le proposte del PD, che sono solo dei piccoli e quasi impercettibili correttivi. L’abbassamento di altri tre mesi, quelli relativi all’aspettativa di vita, per opzione donna è uno di questi.

La quota 100 anche se sperimentale, non è stata più presa in considerazione anche se sembrava che su questo provvedimento fossero tutti d’accordo. Restano in piedi le proposte sulla flessibilità di Damiano, ma non dovrebbero passare.

Forza Italia, Lega, Movimento 5 Stelle e sindacati

Un emendamento di Forza Italia, che da sempre è un suo cavallo di battaglia, mira ad aumentare gli importi delle pensioni minime ad 800 euro.

Sempre FI punta a correggere la staffetta generazionale, quella che nascerebbe dal Part-time pensione che secondo loro, ha scarso appeal sia per le aziende che per i lavoratori in uscita parziale e per quelli che dovrebbero, sempre parzialmente subentrare. La mini pensione, o assegno universale è la proposta del Movimento 5 Stelle che su questo si trova d’accordo anche con l’UDC.

Si tratta della possibilità diuscita perchi si trova a soli 3 anni dal raggiungimento dei requisiti necessari per la pensione, fattore che lancerebbe anche il tanto agognato ricambio generazionale ed abbasserebbe la disoccupazione giovanile. IGrillini hanno già fatto sapere che appoggerebbero l’inserimento della quota 100 senza penalizzazioni. Stessa linea anche per la Lega di Salvini che spinge per estendere opzione donna fino al 2018 e di farla diventare un provvedimento anche per gli uomini, magari concedendo una mini pensione.

I sindacati hanno già espresso la volontà di dare vita ad una manifestazione unitaria per il 17 dicembre chiedendo l’uscita flessibile tra i 63 ed i 70 anni. Secondo loro, la flessibilità avrebbe impatto positivo anche sui livelli occupazionali e sul turn-over nel mondo del lavoro.

Come vediamo, i tempi sono cambiati, tutti sono d’accordo sulla necessità di cambiare la Legge sulle pensioni, addirittura con proposte di referendum (la Lega) per cambiare la riforma Fornero. Una volta i sindacati contestavano anche una specie di quota 90 del Governo Berlusconi mentre adesso propongono uscite tra i 63 ed i 70 anni. Diciamolo francamente, difficilmente le proposte arrivate verranno approvate, tutto rimarrà come prima, speriamo solo che le nuove promesse di riforma per il 2016 vengano, almeno parzialmente mantenute.