Il parere espresso nei giorni scorsi dal Consiglio superiore della pubblica istruzione sul provvedimento relativo al prossimo concorso nella Scuola da oltre 63 mila posti ha marcato la troppa importanza data alla conoscenza delle lingue straniere nella valutazione dei candidati. Sono state giudicate troppe, infatti, le due domande in lingua sulle otto totali nella prova dello scritto. Non si utilizzeranno crocette nelle risposte perché si tratterà di domande aperte. Il Cspi, nel suo parere, non vincolante secondo quanto prescritto dalla legge 107 del 2015, ha allora proposto l’adozione di una sola domanda in lingua anziché due: il documento è stato redatto dai 36 membri dell’organo dopo aver esaminato i 5 decreti, l’ordinanza sulle prove e tutti gli altri elementi burocratici del concorso trasmessi dal Miur.

Bando concorso 2016: quando uscirà?

Il parere del Cspi arriva al termine di un procedimento tortuoso per giungere all’emanazione del bando del concorso. La Buona scuola del Governo Renzi aveva indicato il 1° dicembre 2015 come data ultima per l’adozione dei tre bandi (uno per i concorrenti alle primarie ed elementari, uno per le scuole secondarie di primo e di secondo grado e uno per il sostegno), ma molto probabilmente la data slitterà ancora fino alla seconda settimana di febbraio. Ad allungare ulteriormente i tempi, infatti, è stata la riforma delle classi di concorso il cui decreto tarda ad essere pubblicato nella Gazzetta Ufficiale.

Parere del Cspi sul bando di concorso: troppe due domande in lingua

Il documento del Consiglio superiore della pubblica istruzione è stato ultimato mercoledì 27 gennaio: si tratta di undici pagine nelle quali il parere entra nello specifico delle mancanze e delle prove di selezione del bando. Scrive Il Sole 24 Ore di oggi che, nel documento, si sottolinea la mancanza di riferimenti alla normativa sugli studenti con problemi di apprendimento, si giudicano modesti i 209 euro lordi che spetteranno ai commissari e si contesta anche l’accesso al concorso ai soli abilitati con l’obiettivo di ridurre sia il precariato che il contenzioso.

Infine si fa riferimento alla prova scritta: l’introduzione di due domande su otto in lingua al fine di verificarne la conoscenza del candidato almeno al livello B2 è giudicata eccessiva nell’ottica di una valutazione complessiva che dovrà essere, necessariamente, di tipo didattico, culturale e metodologico. Per questa ragione, il Cspi ha chiesto la riduzione a una sola domanda in lingua.