Le Pensioni del 2016 avranno un importo ridotto in ragione dei nuovi coefficienti di trasformazione che andranno applicati al montante contributivo. Infatti, le percentuali stabilite per il triennio 2016, 2017 e 2018 scenderanno dal 6,136 al 5,326 per cento. Per la maggior parte delle pensioni ciò equivarrà a dire che ci sarà una penalizzazione del 2 per cento, ma per alcuni assegni il taglio arriverà fino all’8 per cento. Dunque, il nuovo anno porterà degli assegni pensionistici più ridotti rispetto a quelli riscossi nel 2015.
Pensioni 2016, riduzione del 13%rispetto a 20 anni fa
L’introduzione nel 1996 del complesso meccanismo dei coefficienti di trasformazione, legati alle aspettative di vita di uomini e donne, ha prodotto una notevole riduzione delle pensioni: un contribuente che vent’anni fa andava in pensione a 65 anni, infatti, percepiva un assegno più elevato del 13 per cento rispetto allo stesso sessantacinquenne che andrà in pensione nel 2016. La vera e propria pensione anticipata, invece, verrà discussa dal Governo Renzi solo nei prossimi mesi, almeno stando alle ultime promesse del premier.
Pensione anticipata, cosa stabilisce la Stabilità 2016
Per il momento, nella legge di Stabilità varata per il nuovo anno, è stato deliberato che chi uscirà in anticipo dal lavoro, o lo ha già fatto negli anni precedenti, non subirà delle penalizzazioni nel calcolo dell’assegno mensile.
Ma, a ben vedere, la misura è valida solo dal 2016 in avanti: chi ha subito la decurtazione nel triennio 2012, 2013 e 2014 non avrà diritto ad un rimborso per le decurtazioni subite. Infatti, la legge Fornero varata dal Governo Monti nel 2011 stabiliva che i contribuenti che andavano in pensione prima dei 62 anni subivano un taglio dell’1 per cento per ciascun anno che preveniva i 60 anni e del 2 per cento per ogni anno precedente i sessanta. Con la nuova legge Finanziaria, dunque, chi è andato o andrà in pensione anticipata prima dei 62 anni percepirà il trattamento pensionistico senza penalizzazioni.