I confronti sul tema della riforma pensioni 2016 inizieranno la settimana prossima e i sindacati, che non sono stati ancora 'rottamati' definitivamente da Matteo Renzi, hanno predisposto una piattaforma complessiva molto articolata e che non prevede soltanto un cambiamento nei requisiti della legge Fornero. Le proposte dei sindacati vertono su quattro punti fondamentali: la flessibilità in uscita per tutte le categorie di lavoratori, la Quota 41come limite massimo lavorativo per poter andare in pensione, un ripensamento dell'aspettativa di vita a seconda della mansione più o meno usurante che si svolge e, infine, un programma che permetta anche a chi ha oggi 30/40 anni di poter godere di un trattamento dignitoso quando andrà in pensione.

Per portare a compimento un progetto tanto complesso, occorre rinforzare due meccanismi: la previdenza complementare e quelli che vengono definiti 'schemi di solidarietà'.

Il concetto di 'usura' e la riforma pensioni 2016

Il primo nodo fondamentale per poter pensare una vera riforma delle Pensioni per il 2016 è quello di rivedere la normativa riguardante i lavori usuranti: si chiede, infatti, di estendere i beneficiari del concetto di 'usura' e di rivedere, in questa direzione, le modalità di calcolo dell'assegno pensionistico sulla base delle effettive mansioni che si svolgono e sulla base della differenza di genere tra uomini e donne (queste ultime impegnate anche in 'attività di cura'). Un'uscita anticipata dal mondo del lavoro deve essere differenziata a seconda dei differenti lavori che si compiono e una riforma complessiva della previdenza deve tenere conto di questo aspetto, tralasciato dal governo Renzi e dalla riforma pensioni Fornero.

Previdenza complementare e riforma pensioni 2016

Un altro nodo fondamentale da cui partire per una riforma delle pensioni 2016 è quello di favorire e incentivare la previdenza complementare. La critica dei sindacati all'operato del governo Renzi è molto dura su questo punto: occorre comprendere come i 'fondi pensione', proprio per la loro 'missione sociale', non debbano essere tassati come le normali rendite finanziarie ma debbano essere soggette a un regime fiscale differente : la richiesta è quella di riportare la tassazione all'11% invece che al 20% come ha deciso in maniera poco comprensibile l'esecutivo guidato da Matteo Renzi.

Il futuro dei giovani di oggi è strettamente legato alla previdenza complementare: essa non soltanto deve essere favorita fiscalmente, ma deve essere messa in campo una campagna informativa in vista di una sua diffusione più capillare.

Gli schemi di solidarietà per la riforma pensioni 2016

Infine, la proposta dei sindacati per una riforma pensioni 2016passa anche per un ripensamento del meccanismo di solidarietà sul quale si basa ogni concezione previdenziale e non assicurativa delle pensioni: per fare in modo che, in futuro, quando vi sarà il passaggio al contributivo per tutti, ogni lavoratore possa andare in pensione con un trattamento dignitoso, occorre che vengano pensati già a partire da oggi meccanismi di integrazione dei trattamenti più bassi mediante lo strumento di schemi di solidarietà intergenerazionali.

I sindacati ricordano che i giovani hanno spesso carriere lavorative discontinue e saltuarie con redditi spesso molto bassi: non si può rischiare un impoverimento generale della popolazione nei prossimi decenni, questo il timore delle associazioni sindacali. Per aggiornamenti, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.