Le opposizioni e non solo sono sul piede di guerra per un DDL, disegno di legge, che vorrebbe mettere ordine nel sistema previdenziale ed assistenziale per combattere la povertà imperante nel nostro Paese. Ciò che ha suscitato clamore e la reazione da più parti, allarmando le persone che ne usufruiscono, è stata la possibilità ventilata dal Governo di intervenire anche sulle Pensioni di reversibilità attraverso dei tagli.Questa potrebbe non essere più un diritto per tutti.

Novità nel DDL

Il riordino iniziato da Renzi in questi anni verte sul concetto base di semplificazione da estendere anche al settore dell'assistenzialismo.

Seguendo tale principio il Governo vuole avere un unico referente per stabilire le diverse categorie pensionistiche, in questo caso il reddito ricavato dal nuovo Isee. Naturalmente in questo disegno di legge sarebbero presenti alcune riduzioni significative che colpirebberole integrazioni al minimo, gli assegni sociali, la quattordicesima e la reversibilità. Gli unici a salvarsi da questo riordino sarebbero solo le pensionidi invalidità e quelle di assistenza mensile. Si capisce come una notizia del genere possa aver creato gravi preoccupazioni nelle persone che sarebbero toccate da questemodifiche.

Pensioni di reversibilità, cosa cambierebbe

Il nucleo di questa riforma colpirebbele pensioni date ai sopravvissuti dei lavoratori, specialmente vedove che si sono sempre dedicate alla casa e alla famiglia, che si vedrebbero decurtati i propri assegni o addirittura a non riceverlo proprio.

Il ddl, infatti, prevederebbe che tali prestazioni non dovrebbero essere più considerate previdenziali, bensì assistenziali, basate sull'Isee e sul proprio reddito familiare. Tale cambiamento comporterebbe l'accesso alle prestazioni ad un numero nettamente minore rispetto ad oggi, dove qualunque sopravvissuto può farne richiesta.

Ciò accadrebbe perché si terrebbe conto dell'Isee, che registra non solo quanto uno guadagna, ma anche il patrimonio di ogni membro della famiglia. Per fare un esempio basterebbe possedere una casa anche se non di lusso, o un libretto postale con i propri risparmi, per non rientrare nei limiti concessi per richiedere quel tipo di pensione.