Ancora sotto attacco il test d’ingresso a Medicina: in seguito alla sentenza del Tar del Lazio che ha accolto il maxi ricorso con cui circa 8 mila studenti sono stati ammessi ai corsi, il Movimento 5 Stelle sta cavalcando l’onda della protesta riprendendo una proposta di legge volta introdurre il test d’ammissione alla fine dell’anno accademico e incrementando il numero di borse per l’accesso alle scuole di specializzazione di un numero pari a quello dei laureati dello stesso anno. Fa discutere intanto anche la recente chiusura delle graduatorie dei test di Medicina 2015, su cui è intervenuta l’Unione degli Universitari per chiedere al Ministro una proroga.

Test di ammissione, tra ricorsi e irregolarità

La questione del test d’ingresso alle facoltà di Medicina e Chirurgia è stata oggetto negli ultimi tempi di un turbinio di polemiche. A scaldare gli animi di studenti e associazioni le abissali ondate di ricorsi che si sono susseguite nel tempo: troppi candidati, troppi pochi i posti e soprattutto troppe irregolarità che sistematicamente portano i tribunali a dover accogliere l’ingresso in sovrannumero di centinaia, migliaia di studenti. Aule stracolme, deterioramento della didattica e della stessa qualità dei futuri medici, con l’indignazione e il risentimento di chi l’agognato posto se l’è guadagnato senza ricorrere alla giurisprudenza. Il Ministero, ben consapevole delle problematiche, appare sordo alle richieste e incapace di fornire soluzioni adeguate.

Non da ultimo poi l’annuncio shock del Ministro Giannini che a più riprese ha annunciato l’abolizione del test d'ingresso (ma non del numero chiuso) e l’introduzione del cosiddetto “metodo alla francese”, parole cui finora non ha seguito alcun concreto provvedimento.

Test dopo il primo anno e borse per tutti i laureati: la proposta del M5S

Il caso cui si fa riferimento è poi forse quello più eclatante: con una pronuncia del tribunale del Lazio il Miur ha dovuto accogliere circa 8mila studenti in sovrannumero, cifra che sommata al numero degli iscritti regolari, rende il numero degli studenti quasi doppio rispetto a quanto programmato.

In seguito a ciò il Movimento 5 Stelle ha rilanciato una proposta risalente al 2014 dell’Onorevole Francesco D’Uva: l’idea è quella di introdurre il test d’ingresso alla fine del primo anno accademico e la designazione dei posti per l’accesso alle scuole di specializzazione pari al numero dei laureati in medicina nello stesso anno. Secondo i parlamentari del M5S sarebbe questo un “modello che oltre a evitare la stagione dei ricorsi rende il sistema dei corsi più equilibrato e bilanciato tra domanda e offerta e ostacola la nascita di casi imbarazzanti come quello della sede distaccata ad Enna dell’Università de Jos di Galati”, l’università romena cui il Miur ha recentemente concesso la riapertura.

Chiusura graduatorie: petizione UdU per la proroga

La questione numero chiuso sta gettando scompiglio anche su un altro fronte, quello che riguarda la recente decisione del Miur di chiudere le graduatorie dei test di Medicina 2015 (e degli altri corsi ad accesso programmato) lo scorso 10 febbraio. Il decreto è stato pubblicato solo in data 8 febbraio cogliendo così di sorpresa gli studenti in graduatoria che si sono visti bloccare gli scorrimenti letteralmente dall’oggi al domani. Sulla questione è intervenuta l’Unione degli Universitari che ha emesso un comunicato in cui si chiede alla Giannini la proroga della chiusura delle graduatorie che, con scadenze così ravvicinate, fa sì che “troppi posti non vengano assegnati, privando gli studenti della possibilità di iscriversi, nonostante ve ne siano ancora disponibili: allo stato attuale ci risultano più di 420 posti ancora in via di assegnazione, perle sole Medicina e Odontoiatria”. Al comunicato ha fatto seguito una petizione sul sito Change.org che in pochissimi giorni ha già raccolto oltre 2000 firme.