Un’importante novità sulle Pensioni del 2016 per i dipendenti statali arriva dalla conversione in legge del decreto Milleproroghe: anche i dipendenti pubblici, finora esclusi dalla precedente normativa contenuta nella legge di Stabilità 2016, potranno chiedere la riduzione dell’orario di lavoro da full-time a part-time negli ultimi 3 anni prima dell’andata in pensione di vecchiaia senza rimetterci un euro dal punto di vista contributivo e previdenziale. La nuova normativa, al pari dei dipendenti del settore privato, concede ai dipendenti del pubblico impiego di ridurre fino al 60 per cento il proprio orario di lavoro con copertura dei contributi figurativi per la parte di retribuzione persa e con il pagamento dei contributi previdenziali (per una percentuale pari al 23-24 per cento) a carico del datore di lavoro per la parte di lavoro non svolta.
Pensioni con part-time: quali sono i requisiti?
Per poter usufruire della possibilità di trasformazione in part-time del proprio orario di lavoro le regole e i requisiti dei dipendenti pubblici sono gli stessi dei dipendenti privati. Le condizioni indispensabili per la richiesta del part-time sono quattro:
- essere titolaridi un rapporto di lavoro a tempo pieno;
- maturare, prima del 31 dicembre 2018, il diritto alla pensione di vecchiaia, raggiungibile a 66 anni e sette mesi per l’anno in corso;
- aver raggiunto, al momento della richiesta del part-time, un’età minima di 63 anni e sette mesi;
- il periodo del lavoro part-time, in accordo con l’amministrazione di competenza, non dovrà superare i tre anni.
Part-time 3 anni prima della pensione, cosa comporta per l’assegno Inps?
La riduzione dell’orario di lavoro potrà avvenire per una quota minima del 40 per cento ed una massima del 60.
Tale riduzione verrà compensata con un aumento retributivopari ai contributi previdenziali per la parte di lavoro non effettuata. Questo importo, è bene precisarlo, non sarà parte del reddito da lavoro dipendente e non sarà soggetto, a sua volta, all’addebito ulteriore dei contributi previdenziali. Inoltre, per il periodo di lavoro part-time, verranno riconosciuti i contributi figurativi nella stessa misura della parte di lavoro non svolta.
Dunque, gli statali che sceglieranno questa formula di pensionamento anticipato, al pari dei dipendenti privati, matureranno il diritto alla pensione senza alcuna diminuzione per l’assegno pensionistico. Sarà indifferente, infatti, continuare a lavorare a tempo pieno o parziale.