Si ampliano nel 2016 le possibilità per le lavoratrici di andare in pensione anticipata con l’opzione donna: è questa la conseguenza dell’applicazione del comma 281 dell’articolo 1 della legge 208 del 2015 (legge di Stabilità 2016) che, a partire dal 1° gennaio scorso, rinnova il regime sperimentale già in vigore nello scorso anno. Infatti, la Manovra finanziaria del 2016 stabilisce che le contribuenti che vogliano andare in pensione potranno farlo se, entro il termine del 2015, avranno compiuto l’età di 57 anni e tre mesi (58 anni e tre mesi per le autonome) ed abbiano versato almeno 35 anni di contributi.
Pensioni anticipate donne, non c’è obbligo di abbandono immediato del lavoro
La scelta dell’opzione donna è, peraltro, slegata dall’obbligo di ritiro immediato dal posto di lavoro: come ha precisato l’Inps in una recente circolare, le contribuenti interessate non saranno vincolate ad abbandonare il lavoro non appena maturi la prima data utile per la decorrenza della pensione. In buona sostanza, l’uscita da lavoro con l’opzione donna, una volta maturati i requisiti sopra decritti, potrà avvenire in un momento successivo: si potrà continuare a svolgere la propria attività anche durante il periodo della cosiddetta “finestra”, ovvero nel lasso di tempo che intercorre tra la maturazione dei requisiti e l’effettiva decorrenza dell’assegno pensionistico.
Scelta opzione donna, qual è l’importo della pensione?
Optare per l’opzione donna comporta, però, un deciso taglio dell’assegno mensile della pensione. Questo taglio è diretta conseguenza dell’accettazione delle contribuenti che fanno richiesta dell’opzione, del calcolo della pensione con il solo metodo contributivo al posto di quello misto al quale avrebbero avuto accesso le contribuenti avendo iniziato a versare prima dell’anno 1996.
Secondo i calcoli messi nero su bianco sulla relazione tecnica che accompagna la stessa legge di Stabilità, le donne dipendenti del settore privato scegliendo l’opzione donna avranno un importo pari a 1.100 euro mensili (taglio rispetto al sistema misto del 27,5 per cento), mentre per quelle autonome la somma scende a 760 euro (con un taglio che arriva addirittura al 36 per cento).