La questione della riforma delle Pensioni 2016 sembra aver spostato il suo asse intorno al nodo degli assegni di reversibilità: l'approdo in Commissione Lavoro del disegno di legge delega di contrasto alla povertà ha provocato una serie di reazioni infuocate e le polemiche sono montate in poche ore. Da un lato si sono avuti attacchi molto duri – come quello di Salvini che, con parole molto dure ha parlato di un governo che intende fare cassa sui morti – dall'altro il ministro Poletti ha cercato di stemperare il dibattito difendendo la proposta.

In tal senso, si segnala anche un intervento di Ferrero di Rifondazione Comunista che ha paragonato il premier Matteo Renzi alla Thatcher, in quanto intende penalizzare le fasce più deboli della popolazione. Insomma, l'interesse sembra essersi spostato e non si parla più di come riformare la legge Fornero permettendo un'uscita anticipata ai lavoratori.

L'attacco di Ferrero e le novità sulla riforma pensioni di reversibilità

La mossa del governo in vista della determinazione di una misura di lotta alla povertà ha suscitato molte polemiche. Il motivo è che si intende tagliare e fare cassa su tutta una serie di prestazioni previdenziali (tra cui le pensioni di reversibilità) in maniera tale da poter portare avanti un provvedimento di contrasto alla povertà: come si era detto già la settimana scorsa, un Robin Hood che ruba ai poveri per dare ai poveri.

Sul tema, è intervenuto anche Paolo Ferrero, il quale ha sferrato un durissimo attacco al premier: Matteo Renzi, infatti, starebbe portando avanti una politica economica sullo stile della Thatcher in Inghilterra negli anni '80, attraverso una precisa idea di smantellamento del welfare state. Le politiche neoliberiste e filoeuropeiste che il governo sta portando avanti intendono penalizzare le fasce più deboli della popolazione, distruggendo di fatto tutta la civiltà che era stata costruita nel XX secolo attraverso decenni di lotte: questo il senso della mancata riforma delle pensioni nel 2015 (e probabilmente anche nel 2016), questo il senso del Jobs Act e della altre riforme targate Renzi.

La difesa del governo Renzi e le novità sulle pensioni di reversibilità

Secondo alcuni calcoli, infatti, la media delle pensioni di reversibilità erogate si attesta intorno alla cifra di circa 650 euro al mese: le polemiche sorgono proprio perché si tratta già di un beneficio molto ridotto. Sulla questione delle pensioni di reversibilità ha deciso di intervenire lo stesso ministro Giuliano Poletti cercando di difendere l'operato del governo da lui rappresentato e sottolineando come la riforma delle pensioni, in questa direzione, non tocchi i benefici già in essere ma si applicherebbe a quelli futuri.

In più, sottolinea il ministro, si tratta di un polverone senza senso e strumentale, in quanto non si tratta di toccare la reversibilità, ma soltanto di trovare delle risorse per aiutare le fasce più deboli e penalizzate della società: secondo Poletti, infatti, il vero significato di questa delega al governo sta nel dare risorse e non sottrarle e l'impegno infatti è di circa 600 milioni di euro per il 2016 e di un miliardo di euro a carattere strutturale a partire dal 2017. Una dichiarazione piuttosto importante, infine, è giunta dal vicepresidente della Commissione Lavoro, Walter Rizzetto, il quale ha sottolineato che il lavoro parlamentare migliorerà sicuramente la misura prevista dal governo. Insomma, la battaglia sulla riforma delle pensioni di reversibilità per il 2016 sembra essere ancora aperta; per aggiornamenti e novità, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.