Il 10 febbraio l'OCSE ha pubblicato il report 'Low-Performing Students. Why They Fall Behind and How To Help Them Succeed'. E' un'analisi statistica secondaria sui dati OCSE-PISA orientata a trovare la cause di insuccesso scolastico dei quindicenni.
Al report è allegata una nota sull'Italia con suggerimenti ai decisori politici su come limitare i danni economici causati dalla grave situazione formativa. Infatti il report dichiara che '...quando una percentuale elevata di popolazione non raggiunge le competenze di base, viene compromesso lo sviluppo economico nazionale a lungo termine'.
Alcuni dati riguardanti l'Italia
Si considerano low-performers gli studenti che nelle prove PISA non raggiungono il Livello 2 di competenze, indispensabile per partecipare alla vita sociale. Per esempio un low-performer trova difficile la domanda: 'Se per fare 100 km in auto occorrono 6 litri di benzina e si spendono 10 euro di autostrada, quanti litri di benzina occorrono per fare 200 km?'.
In Italia i low-performers in Matematica sono il 25% (media OCSE 23%). Il dato è drammatico in quanto nel campione analizzato ci sono Paesi come il Messico (55% di low-performers), il Cile (52%), la Turchia (43%) e la Grecia (37%). Come sorpresa tristemente consolatoria vediamo peggio dell'Italia anche Israele (34%) e Svezia (28%), a dimostrazione sia di quanto vadano sfatati alcuni pregiudizi, sia di quanto pesino elementi come la diversa origine etnica e l'alto tasso di immigrazione.
Troviamo un'altra piccola consolazione pensando che pochi anni fa il dato italiano era ancora peggiore; nel 2003 la percentuale di low-performers in Italia era del 32%, mentre quella in Scienze è scesa del 7% e in Lettura del 4%. Queste consolazioni non bastano però a nascondere la debolezza del nostro sistema formativo, anche se molti italiani pensano ancora che i nostri studenti siano i migliori al mondo.
Le cause delle basse prestazioni
Nel report OCSE si chiarisce che '...le deboli performance non sono il risultato di un singolo fattore, ma la combinazione e l'accumulazione di numerose barriere e fattori di svantaggio che colpiscono gli studenti nella loro vita'. Fra le cause predominanti italiane l'OCSE individua:
- l'abitudine a saltare lezioni per evitare valutazioni negative; il 59% di ragazzi italiani assenteisti si colloca al secondo posto mondiale dopo l'Argentina (media OCSE 23%)
- lo svantaggio socioeconomico: il 38% dei low-performer italiani provengono da classi svantaggiate (12% da classi medie)
- l'appartenenza a Istituti Professionali del 34% dei low-performers (15% nei Licei)
- la mancanza di pressione famigliare favorevole allo studio: 33% in Italia (media OCSE 11%)
I rimedi proposti
Anche riconoscendo i miglioramenti italiani degli ultimi anni, l'OCSE sottolinea l'urgenza di fare di questa riduzione un obiettivo nazionale al top dell'agenda politica.
In particolare viene suggerito all'Italia di:
- migliorare gli ambienti di apprendimento scolastico e intervenire nel recupero scolastico fin dalla prima età, incoraggiando il supporto famigliare per indurre i ragazzi a sfruttare le occasioni di miglioramento
- individuare precocemente i low-performers e costruire strategie personalizzate di recupero, sostenendo economicamente sia le scuole con numerosi studenti deboli sia le loro famiglie
- migliorare i progetti di sostegno per immigrati, minoranze linguistiche e studenti di origine rurale, superando gli stereotipi di genere e sostenendo le famiglie monogenitoriali