Le ultime novità sulla riforma pensioni 2017e sui lavoratori precoci giungono da Roberto Simonetti, Lega Nord, che ci ha gentilmente concesso questa intervista in cui abbiamo affrontato insiemeil tema della flessibilità in uscita. Simonetti ribadisce l'appoggio della Lega al ddl 857 di Damiano, ma precisa che a suo avviso l'unica soluzione risolutiva sarebbe la quota 100 per tutti. Eccovi i dettagli emersi dall'intervista.

Riforma pensioni: semanca la volontà politica disposti ad agire

In una nota stampa emessa dall'Ansa lei è tornato a parlare di Pensioni ed in particolare della flessibilità in uscita, dicendo che 1,5 mld preventivati dall'Inps per il 2017 sono una cifra piuttosto modesta rispetto ai 10 mld già spesi per gli 80 euro in busta paga e che dunque il Governo non ha più scusanti per negare l'uscita anticipata. Cosa farà la Lega per convincere il Premier ed il Governo tutto a difendere i diritti dei lavoratori?

Per la soluzione della settima salvaguardia degli esodati della legge Fornero l’anno scorso abbiamo occupato il Ministero dell’Economia e l’aula alla Camera.

Ora in Commissione l’iter legislativo delle proposte di legge inerenti la flessibilità è comunque avviato. Sono state svolte importanti audizioni tecniche con responsabili dell’Inps e del Ministero del Lavoro. Pertanto ora il quadro è a tutti chiaro, sia dal punto di vista economico che tecnico. Manca solo più la politica, la volontà politica. Quindi se questo percorso non procederà celermente per ostacoli creati ad arte da parte del Governo ci comporteremo di conseguenza come facemmo allora.

Flessibilità in uscita? Ok ddl 857 Damiano, ma meglio quota 100

La proposta di Damiano/Baretta sulle uscite anticipate sembra quella che sta raccogliendo maggiori consensi sia tra opinione politica che pubblica, la Lega da sempre pro quota 100, sarebbe comunque favorevole al ddl 857?

Per noi la proposta Fedriga della quota 100 è la più risolutiva e meno penalizzante per i lavoratori.

Ma siamo consci di essere una forza parlamentare di minoranza e pertanto se il ddl 857 di Damiano sarà calendarizzato in aula lo appoggeremo. L’Inps ha quantificato questa proposta, strutturata con una penalizzazione di 3 punti percentuale annuo, uscita a 63 anni e sette mesi con 35 anni di contributi, in un onere per le casse dello Stato di 1,5 miliardi per il 2017, 2,6 nel 2018 e a poco più di 3 miliardi a decorrere dal 2019.

Cifre importanti ma non impossibili. Quindi se c’è la volontà politica i soldi si possono tranquillamente trovare in una normale finanziaria che tipicamente ammonta all'incirca a 25/30 miliardi di euro.

Riforma pensioni, ennesimo rinvio o strategia politica?

Stando alle ultime dichiarazioni di Nannicini la flessibilità non vedrà la luce prima della prossima finanziaria, quindi nel 2017.

I lavoratori precoci e non solo si chiedono furiosi: che fine hanno fatto le promesse di più flessibilità nel 2016?

Le promesse mancate di Renzi non finiscono solo nel caso della flessibilità… probabilmente ha capito che non riesce a far svolgere le elezioni anticipate ed allora si tiene questa cartuccia da sparare all’ultimo minuto dell’attuale legislatura. Però non è più possibile far ragionamenti prettamente elettorali o di tenuta dei conti pubblici sulla pelle dei lavoratori sia precoci che non. La flessibilità è da attuarsi al più presto anche per garantire un forte turn over delle maestranze con l’ingresso nel mondo del lavoro delle giovani generazioni.