Un insegnante di filosofia è stato licenziato a Bergamo perché urinò in un cespuglio. L’episodio risale a ben undici anni fa, ma la giustizia è stata implacabile nel comminare la pesante sentenza a Stefano Rho, quarantatreenne, sposato e padre di tre figli, laureatosi in Filosofia alla Cattolica prima di diventare insegnante. Tanti anni da precario, tra graduatorie e supplenze, prima di entrare, proprio da quest’anno, inruolo. Oltre agli studi, anche tanto impegno concreto nel sociale: Stefano è nato a Lacor, in Uganda, perché i genitori erano medici volontari per l’organizzazione umanitaria Cuamm.
Nessun problema con la giustizia, tanto è vero che il Corriere della Sera di oggi che ha riportato la notizia, ha pubblicato il casellario giudiziario dell’insegnante che documenta l’assenza di precedenti, ovviamente nemmeno di quell’episodio banale capitato undici anni fa, in una serata di ferragosto.
Licenziato dalla scuola perché fa i bisogni in un cespuglio: i fatti
In piena estate, infatti, nel paese di Averara viene organizzata una sagra, al termine della quale Stefano ed un suo amico, alle due di notte, nemmeno un bar aperto, decidono di appartarsi per fare i propri bisogni. Ma proprio in quel momento passa l’auto dei carabinieri che contesta ai due la pubblica decenza con la conseguente multa da 200 euro, pagati regolarmente e nemmeno contestati.
Ma l’episodio si trascina negli anni, tanto è vero che, a fine 2013, il preside di una scuola dove l’insegnante faceva supplenza, lo informa che da un controllo è venuto fuori il decreto penale, ovviamente passato in giudicato. Le spiegazioni dell’insegnante sono convincenti, a tal puntoche il preside le riconosce come plausibili, decidendo di comminare allo sventurato la censura, cioè il minimo.
Ma a far tornare a galla l’episodio ci pensa la Corte dei Conti che impone il licenziamento dell’insegnante, eseguito poi dalla preside della Scuola di Bergamo dove Rho presta servizio.
Non solo. Con il licenziamento, senza preavviso, il docente perderà tutte le anzianità maturate in servizio e la cancellazione da tutte le graduatorie. E, dall’assunzione di ruolo, sono passati appena poco più di due mesi. Era il 24 novembre 2015.