A poche ore di distanza dalla scadenza per l’iscrizione al Concorso docenti 2016, il mondo della Scuola si interroga e riflette su quelle figure professionali che rimarranno escluse all'accesso per le prossime prove concorsuali.A queste sono state anche precluse, almeno per i prossimi due anni, tante possibilità per il loro futuro lavoro nel mondo della scuola. Parliamo di un’intera generazione di trentenni che poteva sicuramente partecipare alle prove concorsuali e, nello stesso tempo, poteva concorrere all'abbassamento dell’età media degli insegnanti della scuola pubblica italiana, voluta tanto dal primo ministro Renzi.

L'esercito degli esclusi solamente perché non abilitati... e i numeri non tornano

Di questo non se ne è parlato e adesso che il numero previsto dal Governo e dal Miur non supererà, forse, i 160mila, un numero ampiamente basso rispetto i 200mila previsti inizialmente, già si parla della mancata opportunità per molti giovani potenziali insegnanti, i quali dovranno posticipare la loro partecipazione alle prossime tornate concorsuali per potersi accomodare tra le cattedre delle scuole italiane. Da quanto si apprende, infatti, i previsti 200mila concorrenti saranno superati abbondantemente, ma per la presenza, tra le fila dei concorrenti, dei ricorsisti dell’ultima ora. Solo il Sindacato ANIEF annovera tra i propri iscritti un numero da capogiro, si parla infatti di più di 20mila docenti precari non in regola con i requisiti richiesti dal bando concorsuale ma che hanno prodotto istanza attraverso i legali del suddetto sindacato.

Loro si presenteranno ugualmente alle prove presso le aule informatiche per svolgere le prove programmate dal CINECA, previste durante le prossime settimane.

Le categorie sono le più ampie, si parla, infatti, di ben 14 tipologie di potenziali formatori non presi in considerazione dal bando concorsuale del Miur. Vediamo nel dettaglio tali categorie: tutti quei docenti PAS in attesa del conseguimento della propria abilitazione nelle discipline curricolari e di Sostegno attraverso i medesimi percorsi abilitanti; tutti i nuovi laureati, chiaramente non abilitati; gli insegnanti già in ruolo ma che potevano, di fatto, decidere di insegnare un’altra materia; i docenti già laureati e che da anni svolgono i famosi dottorati di ricerca presso le università italiane; i soggetti che si sono diplomati presso i Conservatori o le Accademie statali; i diplomati presso l'Istituto superiore di educazione fisica (ISEF); gli insegnanti ITP (Insegnanti Tecnico Pratici); coloro che stanno conseguendo la laurea in Scienze della Formazione per la scuola primaria; coloro i quali stanno frequentando i corsi abilitanti presso l’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica; gli insegnanti e i formatori che hanno conseguito un'abilitazione all'estero; la categoria di coloro i quali possiede un diploma magistrale-linguistico e, infine, tutti gli educatori scolastici che hanno lavorato per anni nella scuola italiana.

Abilitazione una settimana dopo e tutto si trasforma in una vera e propria ingiustizia. Il caso dei PAS

L’argomento è di quelli scottanti perché molti di questi giovani potenziali insegnanti non potrà partecipare al Concorso solo perché non in regola con i requisiti previsti dal recente bando concorsuale. Ma quando si apprende che tali requisiti riguardano solo la discordanza di una data – in relazione ad una sola settimana - si inizia subito a temere che quella che era un’opportunità mancata è diventa una vera e propria beffa.

Gli aspiranti di cui stiamo parlando sono i docenti dei PAS, i quali hanno pagato cifre astronomiche per iscriversi ai corsi che stanno frequentando e che per problemi burocratici, non legati alla loro volontà, dovranno subire una vera e propria ingiustizia. Quando parliamo di cifre da capogiro, parliamo di 5mila euro e, in questo momento di grave crisi economica, quei soldi non sono affatto pochi.