Non vogliamo certo esagerare ma crediamo che migliaia di cittadini aspettavano questa notizia con ansia. Stiamo parlando della Sentenza del Consiglio di Stato che ha dato ragione ai ricorsi contro il nuovo ISEE in vigore dal 1° gennaio 2015. I punti critici su cui si discuteva erano i sussidi assistenziali, quelli per gli invalidi che secondo le nuove norme, andavano a concorrere alla formulazione dell’Indicatore della Situazione Economica di un nucleo familiare. Il Consiglio ha confermato come l’accompagnamento, le indennità per invalidi, ma a questo punto anche tutte gli altri sussidi di carattere assistenzialistico, non dovrebbero essere inseriti nell’ISEE.
Vediamo allora di cosa si tratta nel dettaglio.
Ricorso al Consiglio di Stato
La storia ormai è arcinota, si tratta di una sentenza del Tar del Lazio emessa l’11 febbraio scorso che sancì come, l’indennità di invalidità non andava cumulata con gli stipendi e gli altri redditi nel momento in cui si andava a richiedere l’ISEE. Il Governo nel tentativo di salvare il salvabile si è rivolto al Consiglio di Stato per vedere di fare annullare quella sentenza, che di fatto, bocciava tutto l’apparato della nuova ISEE o almeno la parte relativa alle indennità previdenziali. Anche se, nella sentenza del TAR di cui parlavamo prima e di conseguenzain quest'altra del Consiglio diStato,sotto osservazione erano solo le indennità per invalidi, questi giudizi avranno un effetto anche su altre erogazioni assistenziali.In definitiva,la sentenza esclude dal computo dell’Indicatore della Situazione Reddituale i trattamenti assistenziali a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche e cioè tutte le pensioni, assegni, indennità per minorazioni civili, assegni sociali, indennità per invalidità sul lavoro, assegni di cura, contributi e così via.
I sussidi per aiutare i deboli alla fine sono penalizzanti?
Acausa del loro inserimento nella DSU, cioè la Dichiarazione Sostitutiva Unica con cui un cittadino richiede l’ISEE, i sussidi venivano considerati come ricchezza di un nucleo familiare.Concorrendo ad aumentareilreddito di un nucleo familiare bisognoso di aiuto, l'indennità percepita proprio a causa dello stato di bisogno, pregiudicava altri benefit spettanti al richiedente.
Nelle sentenze,si fa riferimento all'accompagnamento, cioè il sussidio erogato a coloro che non possono compiere i normali atti quotidiani della vita senza essere assistiti da un'altra persona. Nella fattispecie, se l'assegno di accompagnamento viene considerato come un normale stipendio o pensione, nonostante fiscalmente sia un reddito esente, potrebbe causare la perdita dialtri aiuti spettanti ai soggetti invalidi.
Tipico esempio può essere l'esenzione del ticket, la riduzione delle bollette per utenze domestiche e così via.Il discorso si allarga anche ai sussidi per la povertà, ai redditi minimi che diverse Regioni hanno emanato.Per esempio,in Basilicata, dove hanno hanno avviato un reddito minimo per i più poveri, alcune persone che già percepivano aiuti economici dalla Regione, sono escluse dal nuovo sussidio proprio perchè hanno dovuto inserirequegli aiuti nell'ISEE.Il Consiglio di Stato ha messo a posto la situazione, almeno per il futuro, ma le dichiarazioni passate? Saranno corrette d’ufficio o bisognerà rettificarle? E coloro che erroneamente non hanno inserito queste prestazioni nell'ISEE perchè credevano di non doverlofare (ed oggi hanno avuto ragione)saranno accusate di falsa dichiarazione?