La Legge Fornero è oggetto di accese polemiche da parte dei lavoratori precoci che chiedono di andare in pensione dopo 41 anni di contributi e di togliere il vincolo dell'età anagrafica. In effetti, la riforma Monti-Fornero penalizza fortemente chi ha cominciato a lavorare giovane ma non ha raggiunto ancora l'età anagrafica richiesta che nel 2018 per le donne arriverà addirittura a 66 anni. La Legge Dini, però,consente a chi ha cominciato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995 di andare in pensione con un anno di anticipo e per i lavoratori precoci questa può essere una buona notizia.

Più precisamente soltanto coloro che hanno versato contributi dopo tale data avranno la possibilità di un pensionamento anticipato di un anno grazie a una maggiorazione di quest'ultimi del 50%.

Solouna parte di lavoratori precoci avrà diritto al pensionamento anticipato

Ovviamente solamente una parte di lavoratori precoci avrà diritto al pensionamento anticipato e siamo ancora lontani da una pienaflessibilità in uscitacome viene auspicata da sindacati e da Cesare Damiano, presidente della Commissione del Lavoro alla Camera. Quest'ultimo ha chiesto anchedegli ammortizzatori sociali più efficaci che aiutino tanti lavoratori oramai usciti da tempo dal mercato del lavoro e che non hanno ancora i requisiti per andare in pensione.

Matteo Renzi non ha ancora avanzato proposte concrete in tal senso e, nonostante le promesse, subisce ancora l'austerità imposta dalla Commissione europea; i sindacati sotto questo aspetto sono sul piede di guerra e chiedono al Governo una presa di posizione decisa che non può essere più rimandata.

Opzione Donna proroga fino al 2018

Altra questione è il problema dell'opzione donna grazie alla quale le donne con almeno 57 anni di età compiuti entro il 30 novembre 2014 potevano beneficiare del pensionamento anticipato. Tale diritto poteva essere fatto valere fino al 2015, ma adesso si parla di proroga dell'opzione donna fino al 2018 e il Governo prenderà una decisione definitiva in merito entro la fine del 2016. E' opportuno precisare che grazie a opzione donna le lavoratrici potranno andare in pensione prima, ma dovranno rinunciare a un terzo del mensile pensionistico.