Dalle promesse ai dietrofront, questa sembra ormai la tendenza del Governo Renzi sulla riforma Pensioni. Dopo una miriade di annunci sull'introduzione di una maggiore flessibilità in uscita per la pensione anticipata sembra che l'esecutivo ci abbia ripensato e i messaggi che arrivano da Palazzo Chigi negli ultimi giorni sono certamente meno rassicuranti. Dopo l'intervento del presidente del Consiglio Matteo Renzi a Domenica Live, sulla questione previdenziale è intervenuto ieri il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti. E anche le sue parole non sembrano affatto rassicuranti e non lasciano certo ben sperare lavoratori e sindacati.

Pensioni, il ministro del Lavoro: la legge Fornero è fatta male

Anche il responsabile del Welfare, così come il premier e leader del Partito democratico, sottolinea le difficoltà a intervenire sulla riforma pensioni a causa dei costi alti e della mancanza di coperture finanziarie che possano coprire i prepensionamenti a partire da 62 anni come auspicato dai sindacati ma anche della minoranza dem e da Area popolare (Ncd-Udc). "E' arcinoto, la legge Fornero - ha detto ieri il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali - è una legge che è stata fatta male, soprattutto perché - ha spiegato - non ha costruito una gradualità nell'uscita. Ha costruito un grande scalone - ha aggiunto Giuliano Poletti intervenendo sulla riforma pensioni nel corso della nuova puntata di Di Martedì su La 7- che inevitabilmente produce una grande ingiustizia.

Ma i risparmi previsti dalla legge Fornero - ha sottolineato l'esponente del Governo Renzi - sono già nel bilancio dello Stato".

Previdenza, possibile marcia indietro del governo sulla riforma 2016

Ottanta miliardi di euro fino al 2020 i risparmi previsti dalla legge Fornero a tutela della finanza pubblica. Il premier ha spiegato nei giorni scorsi che sulla riforma pensioni serve un confronto con l'Europa per capire che tipo di flessibilità sul decifit è disposta a concedere.

Diversamente da quanto annunciato dallo stesso Renzi e da diversi ministri sulla questione previdenziale dunque non ci sarà un provvedimento ad hoc ma, nella migliore delle ipotesi, si dovrà attendere la legge di Stabilità 2017. Ancora, però, nessuna certezza. Anzi da Palazzo Chigi continuano ad alimentarsi dubbi che lasciano presagire un nuovo clamoroso dietrofront. Quella della riforma pensioni sarà "l'arma" del governo per le elezioni del 2018?