Il prestito pensionistico potrebbe essere l'unico strumento utile per introdurre maggiore flessibilità in uscita a migliaia di lavoratori 'vittime' della tanto odiata Riforma Fornero. Lo ha lasciato intendere il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti che, a margine di un intervento sulla trasmissione televisiva "Di Martedì", ha ribadito la necessità di introdurre il prestito pensionistico anche per evitare di creare squilibri sui conti pubblici.

Poletti rilancia il prestito pensionistico

Stando a quanto spiegato dal Ministro Poletti, infatti, la vecchia riforma pensionistica varata dall'ex ministro del Lavoro Elsa Fornero, ha generato dei risparmi che necessitano però le apposite coperture.

È questo il motivo che spinge lo stesso Poletti a rilanciare l'ipotesi del prestito pensionistico che, consiste in una sorta di prestito erogato a favore dei lavoratori a cui mancano pochi anni al pensionamento da restituire attraverso dei piccoli prelievi nel momento in cui viene percepito l'assegno pieno.

Si tratta di un'ipotesi già discussa durante i lavori sulla Legge di Stabilità 2016, dove il capogruppo del Partito Democratico Giorgio Santini, aveva tirato in ballo l'idea di erogare il prestito a favore dei disoccupati che avevano esaurito la durata degli ammortizzatori sociali; ipotesi che non fu tenuta in considerazione. Secondo Poletti, invece, il cosiddetto prestito previdenziale potrebbe rivelarsi una soluzione strutturale da attuare nel 2016.

Commissione Lavoro a lavoro su ddl 857 e opzione donna

Intanto in Commissione Lavoro alla Camera continua l'esame della proposta di legge avanzata dal Presidente Damiano che consentirebbe ai lavoratori l'uscita a partire dai 62 anni di età anagrafica e 35 anni di versamenti contributivi con penalizzazioni massime dell'8% decrescenti di 2 punti percentuali per ogni anno di posticipo dell'età pensionabile.

E si continua a lavorare anche sulla proroga dell'opzione contributivo donna oltre il 2015 che darebbe la possibilità alle lavoratrici di richiedere il pensionamento a partire dai 57 anni di età e 35 anni di contribuzione a condizione che i requisiti vengano maturati entro il 31 dicembre 2015. Sono queste le ipotesi che al momento sono al vaglio dell'esecutivo su cui il deputato del Pd Cesare Damiano continua a premere, al fine di arrivare ad una soluzione entro il 2016 e garantire una maggiore flessibilità in uscita visto che, a causa delle norme contenute nel Decreto Salva Italia migliaia di lavoratori ancora non sono riusciti ad ottenere il trattamento pensionistico.