Il professor Stefano Rho torna ad insegnare: finalmente buone notizie per il mondo della Scuola, notizie in cui giustizia viene fatta. Il docente era stato uno dei casi più clamorosi di dipendenti del Miur licenziati per falsa o omessa dichiarazione al momento dell'assunzione. Nel suo caso si trattava di una condanna penale del passato che aveva richiesto il pagamento di un’ammenda. Il motivo? Era stato sorpreso di notte a fare pipì a bordo strada. Per paradosso, ha poi dovuto scontare la pena per dichiarazione mendace e mentre era 'licenziato' ha insegnato per 40 ore alfabetizzazione a minori stranieri, un'esperienza che lui stesso definisce molto bella.

Stefano Rho, il giudice gli restituisce la cattedra

Il giudice ha stabilito che Stefano Rho deve tornare ad insegnare e ha diritto anche al pagamento degli arretrati. Quandoil docente è uscito dal tribunale con la sentenza a favore, un gruppo di alunni lo ha accolto con applausi e abbracci. Forse si tratta della dimostrazione più evidente della giustizia di questa sentenza. L'accaduto è stato commentato dalla segretaria FLC CGIL di Bergamo, Elena Bernardini, che ha ricordato che casi simili sono in aumento e per questo ha fatto appello al Presidente della Repubblica, al Miur e a tutto il Parlamento. Dal PD arrivano segnali in proposito. Antonio Misiani spiega che dopo la pausa pasquale è prevista una nota congiunta Funzione Pubblica-Miur con indicazioni per i partecipanti al concorso scuola 2016.

Con la nota si dovrebbe autorizzare l’integrazione della documentazione presentata, onde evitare qualsiasi dubbio. Informa pure che entro questa estate dovrebbe essere emanato un DL per chiarire definitamente la questione e prevenire che casi simili continuino a verificarsi.

Come evitare problemi simili a quelli del prof Rho?

Mentre il Miur cerca la soluzione per tutti, la Flc-Cgil raccomanda a tutti di seguire alcune semplici accortezze onde evitare che casi simili a quello del prof. Rho possano verificarsi. Chi ha dubbi sulla propria situazione deve fare richiesta al tribunale della visura del casellario, un documento anonimo e che non comporta alcuna spesa, rilasciato all’interessato.

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