L'anno di prova e formazione dei docenti neoassunti 2015/16 è già in pieno svolgimento. L'USR Lazio e l'USR Liguria hanno proprio in questi giorni confermato quanto ci si aspettava circa la riduzione del calcolo dei giorni per superare l'anno di prova. Per coloro che sono stati assunti nel corso dell'anno (docenti fase C, ad esempio) e per coloro che sono stati assunti ad orario ridotto, il calcolo sarà proporzionale al periodo di servizio. Nel caso di coloro assunti a dicembre, ad esempio, i giorni si calcoleranno a partire da dicembre e non da settembre: quindi a questi insegnanti basteranno 7/10 del periodo richiesto per il superamento dell'anno di prova.

Tali indicazioni sono state concordate con gli uffici Miur, ma si resta in attesa di una nota ufficiale dal Ministero, sollecitata anche dai sindacati. In questo modo una delle preoccupazioni di alcune categorie di neoassunti può considerarsi quasi accantonata. Ma un altro tipo di preoccupazione è stata espressa alcuni giorni fa da Max Bruschi, ispettore Miur, in merito a come si sta svolgendo la formazione nelle scuole.

Formazione neoassunti, anno di prova: dovrebbe essere personalizzata

Sul proprio profilo FB è intervenuto Max Bruschi alcuni giorni fa, lamentando delle segnalazioni che indicano la mancata personalizzazione della formazione dei docenti neoassunti 2015/16. Bruschi ha ricordato che il DM n.

850/15 che disciplina l'anno di prova e formazione, stabilisce che ogni docente abbia un percorso formativo personalizzato, e non generalizzato. Si tratta di una novità che non dovrebbe essere ignorata. Invece, a quanto pare, indipendentemente dal bilancio delle competenze e dalle lacune che indica e in cui il docente ha bisogno di essere formato, molte scuole stanno facendo svolgere gli stessi laboratori a tutti, senza tener conto delle esigenze personali.

Questo anno di prova viene considerato solo un adempimento burocratico, mentre lo spirito della legge è quello di potenziare le lacune dei docenti e migliorare le loro capacità. La colpa naturalmente non è dei neoassunti, che anzi subiscono un danno. È la Scuola italiana che 'pare non essere all'altezza'. Resta aggiornato sul mondo della scuola, cliccando il tasto Segui.