Una delle note più preoccupanti, contenute nel ddl della riforma del sistema scolastico italiano, è quella concernente i 36 mesi di servizio. In molti hanno riscontrato in questa specifica una nuova forma di svantaggio attuata nei confronti dei docenti precari che hanno prestato servizio per coprire posti vacanti e disponibili. Nel ddl viene infatti trattato il tema dei contratti a tempo determinato e del loro eventuale rinnovo. Nell'articolo cerchiamo di dare una visione quanto più chiara e completa della tematica.
Ddl per la riforma della scuola
All'interno del ddl che regola la riforma Renzi del sistema scolastico italiano, troviamo una norma che regola i contratti di lavoro a tempo determinato per i docenti precari. In base a quanto contenuto nel ddl è possibile evincere che ai docenti precari che hanno lavorato all'interno del comparto Scuola per un periodo di 3 anni non possono godere di un ulteriore rinnovo contrattuale. Quanto espresso vale anche per i periodi di lavoro che non sono stati svolti in maniera consecutiva, ma che se cumulati danno come risultato finale il raggiungimento dei 36 mesi di servizio. I 3 anni di servizio vanno intesi come periodi di tempo all'interno dei quali i docenti precari hanno prestato il loro servizio tramite supplenze all'interno delle scuole statali per coprire posti vacanti e disponibili.
La slogan con il quale è stata riassunto quanto contenuto nel ddl della riforma scuola “precari a casa dopo 36 mesi di servizio”. Questa dicitura ha dà subito generato rabbia tra i docenti precari. In realtà le cose non stanno proprio così: il Miur ha attuato questa forma di tutela per evitare di incorrere in una sanzione per abuso di precariato, così come disposto dalla Corte Costituzionale (che ha imposto all'Italia di fissare un termine temporale entro il quale non è più sottoscrivere un contratto di lavoro a tempo determinato e continuativo).
In realtà esiste già un fondo stanziato dallo Stato del valore di 10 milioni di euro per risarcire i docenti precari, o chiunque abbia lavorato nel settore pubblico, per un periodo di tempo superiore ai trentaseimesi di servizio, per coprire posti vacanti e disponibili e con un contratto di lavoro a tempo determinato. Per non incorrere più in una problematica simile il governo Renzi ha creato questo fondo di risarcimento come prima mossa di soccorso.
Va precisato che questa metodologia adottata ha sicuramente una valenza positiva, ma per avere un reale effetto dovrebbe essere affiancata da concorsi scuola banditi ogni 3 anni (in linea con i 36 mesi di servizio che non andrebbero superati).