Sembra proprio che il 2030 sarà l'anno in cui il sistema previdenziale potrebbe scoppiare. E' stato calcolato che nel 2032 andrà in vigore il sistema totalmente contributivo ma, fino a quella data, ci potrebbero essere problemi nella tenuta dei conti pubblici.Il 2030 è l’anno in cui andranno in pensionei figli del baby boom nati nel biennio 1964-65 quando l’Italia partorì oltre un milione di bambini. Nel 2030 quei bambini raggiungeranno l'età della pensione e, con una crescita economica bassa come quella attuale, produrranno uno notevole disavanzo e una stabilizzazione ci sarà solo nel periodo 2048-2060.

Quindi, se non ci saranno nuove assunzioni, il sistema fra 15 anni potrebbe saltare. Ma il governo ha capito che la disoccupazione è il principale problema che affligge gli italiani?La percentuale di pensionati rispetto ai lavoratori passerà dal 37% di oggi al 65% nel 2040 e, aparità di condizioni, servirebbe raddoppiare la produttività.

I pensionati

Il numero dei pensionati è destinato a salire e, tra chi esce e chi entra nel sistema, nel 2030 ci saranno 300 mila pensionati in più ogni anno. Bisognerà aspettare il 2048 perché la parabola cambi e inverta la rotta. Questo perché l'attuale crescita demografica è diminuita drasticamente. Nel 2015 c'è stato infatti il minor coefficiente demografico con 488 mila nuovi nati.

Cioè meno della metà di quelli nati nel 1965. La Corte dei Conti ha avvertito che senza le riforme dal 2007 al 2011 la spesa per le Pensioni sarebbe stata più alta di 2 punti di Pil. In soldoni 30 miliardi di euro l’anno per altri 15 anni. Ed è per questo motivo il governo non ha nessuna intenzione di smantellare la legge Fornero perché, già così, la spesa è poco gestibile.

Le due proposte sulla flessibilità di Damiano e Boeri, anche se con tagli penalizzanti diversi, puntano allo stesso obiettivo. E se questo dovesse servire a diminuire la disoccupazione giovanile ben venga. Anche Ivan Pedretti dellaSpi-Cgil è convinto chela soluzione non sia l'abrogazione della legge Fornero bensì una serie di correttivi precisi che mirino a garantire i lavoratori quando poter andare in pensione.