Si accende lo scontro politico sul contributo di solidarietà legato alla pensione anticipata e alla flessibilità in uscita dal mondo del lavoro dei contribuenti. Per liberare posti di lavoro in favore delle nuove generazioni è necessario agevolare il ricambio generazionale: mandare in pensione chi è sui 60 anni e favorire i più giovani. È il Presidente dell'Inps, Tito Boeri, a formulare la sua proposta per finanziare la pensione anticipata con un prelievo sugli assegni pensionistici di importo più elevato, anche tra chi in pensione ci è da 36 anni epiù.

Tale riforma della redistribuzione delle Pensioni, però, dovrà avvenire in tempi brevissimi da subito. Non avrebbe senso una misura che venisseattuata fra tre anni.

Riforma pensioni 2016, contributo di solidarietà: quali assegni andrebbero toccati?

Il ritocco delle pensioni riguarderebbe gli assegni in vigore da oltre 36 anni attuando il ricalcolo con il metodo contributivo. Secondo Boeri si potrebbero andare a decurtare fino a 475mila assegni pensionistici, incluse le pensioni di vecchiaia e quelle di reversibilità. Né verrebbero toccatele pensioni cosiddette "baby" a favore degli statali, gli assegni di invalidità e le pensioni sociali. In realtà, la cifra indicata da Boeri domenica 3 aprile di 475 mila assegni, non verrà presa in considerazione per la formulazione di una proposta di riforma, anche se il Presidente dell'Inps ha tenuto a sottolineare come gli eccessi del passato ricadano sulla stabilità dei conti previdenziali di oggi.

Rimane in piedi, però, la proposta presentatadaPaolo Baretta, sottosegretario al Ministero dell'Economia, risalente allo scorso giugno, che riguarda le pensioni con importo superiore ai 3.500 euro mensili.

Taglio pensioni sopra i 3.500 euro: ecco le percentuali della decurtazione

Sopra i 3.500 euro lordi, secondo l'Istat, sono pagate mensilmente 326.560pensioni, incassate da 250 mila contribuenti.

Utilizzando questi numeri, Boeri propone di ricalcolare le pensioni con il contributivo: il taglio sarebbe del 9,7 per cento per le pensioni il cui importo oscilla tra i 5 e i 7mila euro mensili; al di sopra dei 7mila euro, la decurtazione aumenterebbe al 12,4 per cento, mentre tra i 3.500 ed i 5mila euro il sacrificio sarebbe rappresentato dal non incassare l'indicizzazione degli importi.

In tal modo, Tito Boeri crede di risparmiare un gettito pari a 956 milioni di euro che andrebbero a finanziare, ma solo in parte, le pensioni anticipate. E di permettere ai lavoratori di andare in pensione prima di tre anni.