Da più di una settimana sono cominciate le operazioni della mobilità a Scuola per l'anno 2016/2017. Tuttavia i docenti che intendano presentare domanda di trasferimento tra scuole stanno incontrando numerose difficoltà nell'utilizzo del sistema del sito del ministero dell'Istruzione "Istanze on line". Infatti, la connessione web spesso si interrompe a causa del numero elevato di domande. In tutto, secondo quanto riferisce il quotidiano 'Italia Oggi', saranno circa 200mila le domande della fase 1 della mobilità provinciale e dei passaggi di ruolo che interesseranno gli insegnanti che sono stati immessi in ruolo entro l'anno scolastico 2014-2015 e i neoassunti nelle prime due fasi del Piano straordinario della Buona Scuola del 2015.

Scadenza domanda di mobilità 2016/2017: problemi nell'utilizzo di Istanze on line

L'instabilità della connessione nell'inoltro della domanda di mobilità non è l'unico problema che stanno riscontrando i docenti: la piattaforma, infatti, elimina erroneamente le precedenze accordate dalla Legge 104 del 1992 e occorre ripetere l'operazione. Il sistema, poi, va in tilt anche nell'allegare i documenti in pdf come richiesto per la presentazione della domanda: ciò dipende dalla esigua capienza di spazio web riservato a ciascun docente durante l'operazione. E i termini per presentare domanda sono davvero ristretti: troppo pochi i tredici giorni accordati per i docenti della prima fase che avranno ancora quattro giorni a disposizione prima della scadenza del 23 aprile.

Mobilità docenti: dal 2017/2018 si perde la titolarità di sede

Il numero elevato delle domande di mobilità è giustificato anche dalla previsioneche questo sarà l'ultimo anno nel quale si potrà presentare istanzadi trasferimento senza perdere la titolarità della sede. La Legge sulla Buona Scuola (107 del 13 luglio 2015), infatti, disciplina che la mobilitàsi farànecessariamente tra gli ambiti territoriali.

Pertanto, già a partire dall'anno scolastico 2017/2018 gli insegnanti che faranno domanda per cambiare la propria sede, verranno immessi negli ambiti e non saranno più titolari di sede, ma saranno soggetti alla chiamata diretta dei presidi. Proprio ai dirigenti scolastici, infatti, toccherà il compito di affidare incarichi triennali agli insegnanti iscritti nella lista del proprio ambito territoriale. L'insegnante, in tal modo, non potrà più avere la titolarità e dopo i tre anni di incarico dovrà nuovamente ripetere il rebus dell'incarico.