Al Governo, il team guidato da Tommaso Mancini, sottosegretario alla Presidenza, sta lavorando su nuove proposte e soluzioni per anticipare la pensione al fine di garantire una maggiore flessibilità in uscita dal mondo del lavoro.Tra le diverse le soluzioni fino ad ora prospettate, emerge maggiormente la proposta di creare un sistema a metà tra il ‘prestito previdenziale’ e lo strumento ‘Opzione Donna’ in modo tale da ottenere delle garanzie che rendano più leggere le conseguenze negative sui conti pubblici attraverso la partecipazione dell’Inps o dei fondi pensione.

Riforma Pensioni con la 'flessibilità in uscita'?

Al vaglio del Governo, dunque, vi è la possibile soluzione di un mix tra prestito previdenziale ed Opzione donna proprio per offrire una maggiore flessibilità all’accesso alla pensione. Tuttavia, per ogni anno di anticipo, l’importo della pensione diminuirebbe sensibilmente a causa del sistema di calcolo ‘contributivo’. Per ovviare a questo ‘gap’, si sta valutando di attenuare la penalizzazione (di circa il 3-4% ad anno) proprio attraverso lo strumento del ‘prestito previdenziale’ che verrebbe parzialmente garantito da istituti di credito (a questi ultimi sarebbero poi riservati particolari incentive). Il ruolo dell’Inps in questo contesto sarebbe quello di garante tra pensionati ed intermediari finanziari.

Se dovesse ‘passare’ questa proposta, si avrebbe una vera e propria riforma delle Pensioni tesa a rendere necessaria una significativa parte della copertura previdenziale attraverso forme integrative con l’ipotesi, verosimilmente, di poter anche prevedere una nova disciplina sulla destinazione del trattamento di fine rapporto (TFR).

Flessibilità: le altre soluzioni proposte

Fra le altre soluzioni prospettate per garantire una maggiore flessibilità in uscita, si stanno prendendo in esame anche la proposta avanzata dal presidente dell’Inps Tito Boeri, il quale aveva presentato la proposta del ‘calcolo dell’assegno’ indipendentemente dall’età dei pensionandi, vincolandolo solo agli anni di contributi effettivamente versati.

Con questa soluzione - l’anticipo della pensione, e quindi l’uscita anticipate dal mondo del lavoro - si incentiverebbe la cosiddetta ‘staffetta generazionale’.

Infine, un’altra possibilità in esame sarebbe quella del rafforzamento della previdenza complementare, prevedendo obbligatoriamente la destinazione dei contribute sia da parte del lavoratore che del datore di lavoro supportata dal versamento del contributo di carattere ‘generazionale’ sugli assegni più alti.