La storia della riforma delle Pensioni, in questi ultimi giorni, tra mozioni, manifestazioni, petizioni e comitati, non sembra fare passi avanti. Il Governo, da più parti accusato di immobilismo, sembra consapevole che la Legge Fornero vada cambiata, ma non nasconde alcune difficoltà oggettive che sembrano insuperabili. Lo ha confermato il Ministro Poletti nel rispondere alle interrogazioni in Senato, nel consueto “question-time”. Nonostante le proposte ed i proclami di molti esponenti politici di tutti gli schieramenti, le speranze che si possa finalmente mettere mano al sistema previdenziali, restano flebili.
Governo schiacciato nella morsa dei Conti Pubblici e dei veti dell’UE
Una cosa sono le notizie provenienti da interviste, interventi in TV e così via ed un'altra cosa sono le dichiarazioni rilasciate durante le sedute Parlamentari. Uno degli appuntamenti rilevanti in questo senso sono le risposte alle interrogazioni che i Ministri danno durante il question-time, l’ultimo tenutosi il 31 marzo in Senato. Il tema delle pensioni è sempre oggetto di domande che i parlamentari rivolgono ai Ministri di riferimento. Sul tema previdenziale, il Ministro Poletti ha confermato come l’indirizzo del Governo sia di mettere in piedi una riforma che cancelli la precedente della Fornero, ma solo per la prossima Legge di Stabilità.
Le promesse fatte alla fine del 2015, quando anche il Premier Renzi affermò che l’intervento previdenziale sarebbe stato fatto con un intervento ad hoc, con un decreto a se stante, sono già state disattese. Il Ministro Poletti, rispondendo a vari quesiti, ha anche affermato che la riforma, se si farà, sarà a determinate condizioni, cioè dovrà essere compatibile con i conti pubblici e con gli impegni assunti con la Uee soprattutto, deve essere sostenibile da un punto di vista sociale.
Sembra una impresa ardua
Il debito pubblico, secondo il Ministro è un argomento che spesso, quando si parla di riforme, atti ed interventi del Governo, viene sottovalutato o dimenticato. I debiti dell’Inps non permettono spese particolari e, nonostante la volontà di tutti di intervenire sulla flessibilità, le carenze di liquidità sono un paletto ostico da superare.
Stesso discorso per i vincoli presi con la UE sul pareggio di bilancio. La detonazione delle clausole di salvaguardia della scorsa Legge di Stabilità, non hanno eliminato il problema, ma solo posticipato alla prossima finanziaria. Come dire, l’aumento delle accise e dell’IVA, che sono i punti cardine delle clausole di salvaguardia, sono ancora lì a minacciare la popolazione. Infine, c’è la questione sociale e morale che, nonostante il credo popolare, resta all’attenzione del Governo. Riformare il sistema previdenziale a spese dei lavoratori,con le penalità di assegno previste da tutte le proposte di riforma finite sul tavolo del Governo, secondo Poletti, non sarebbe una soluzione ottimale. Infatti, i dati INPS hanno sentenziato che oggi, oltre 11 milioni di pensionati hanno pensioni molto basse, al di sotto o vicine al limite fissato dalla soglia di povertà.
Se i pensionati futuri, per poter anticipare la pensione, si vedranno ridotto l’importo dei loro assegni, il numero dei pensionati poveri rischia di aumentare. La sensazione che la volontà di cambiare tutto ci sia anche da chi ci governa è lampante, ma le parole del Ministro, non lasciano molte speranze e neanche ottimismo.