Resta fissato il termine ultimo del 31 agosto 2016 per presentare tutta la documentazione di riscontro dopo l’acquisto di beni o servizi derivanti dalla somma contenuta all'interno della famosa Carta dei Docenti (500€). Rimangono, quindi, più di 100 giorni per presentare tale documentazione. Il riscontro documentale sarà necessario per rendicontare l’utilizzo del bonus economico elargito ai docenti, secondo le finalità e i criteri fissati all’rt. 1, comma 121 della Legge 107/15 denominata ‘Buona Scuola’.

Sono molti i docenti che ancora non hanno speso i 500€

Molti docenti, in mancanza di precise indicazioni da parte del Miur, hanno preferito attendere e per tale motivo ancora non hanno dissipato tale somma. In effetti, lo scorso ottobre 2015, il Ministero aveva emanato una nota di precisazione, per l’esattezza la n.15219, in cui, all'art. 4 della stessa, si stabilivano le modalità di utilizzo relativamente alle finalità di formazione e aggiornamento professionale dei docenti.

E’ anche vero che in calce alla medesima nota si annunciava l’emanazione di un’ulteriore circolare esplicativa a chiarimento delle predette modalità, al fine della rendicontazione circa la documentazione di spesa della somma già erogata nei mesi scorsi ai docenti.

Ancora oggi, a poco più di cento giorni dalla perentoria scadenza, non sono note effettivamente tali modalità. La nota ministeriale dell’ottobre scorso, poi, al successivo art. 5 conteneva ulteriori precisazioni circa il mancato utilizzo della somma a disposizione. In altre parole, all'interno della nota si legge che nel caso in cui il docente non dovesse spendere tale somma, l’intero importo sarà recuperato dal Miur, attraverso l'erogazione riferita al primo emolumento utile nell'a.s.

2016/17.

Come rendicontare le spese? I sindacati scrivono al Miur per avere chiarimenti

Nei giorni scorsi le maggiori sigle sindacali, infastidite dal perdurare di questo strano e incomprensibile silenzio, hanno inoltrato al Direttore Generale per le risorse umane e finanziarie del Ministero della Pubblica Istruzione, una richiesta di incontro per dirimere tutte le questioni relative all'assegnazione del famoso contributo in denaro ai docenti e sulle modalità di riscontro dell’effettivo utilizzo, con particolare attenzione alla formazione e all'aggiornamento professionale dei docenti.

Nella missiva dei sindacati viene scritto: «…Dopo il DPCM del 25 settembre e la nota MIUR del 15 ottobre, gli unici interventi di chiarimento sono stati affidati, per un certo periodo, alla pubblicazione di alcune FAQ, ma ad anno scolastico pressoché ultimato restano ancora da chiarire alcuni punti sull'attuazione del provvedimento. Tutto ciò per non far incorrere i docenti e le segreterie nel rischio di applicazioni difformi, sia nell'utilizzo della somma assegnata, sia nella modalità di rendicontazione».

Occhio alle spese pazze: in attesa di chiarimenti la cautela è d'obbligo

In poche parole i sindacati vogliono accertarsi che le eventuali spese sostenute in questi mesi dai docenti per l’acquisto di beni e servizi sia effettivamente conforme a quanto specificato, con poca chiarezza, all'interno del predetto comma 121 dell’art.

1 della Legge 107/2015. Ci si chiede, per esempio, se rendicontare le spese sostenute per l’acquisto di un biglietto per assistere ad un concerto di musica pop rientri nelle finalità relative alla formazione professionale o meno. Oppure, se sarà possibile rendicontare le spese necessarie all'acquisto di un personal computer, anche quando tale acquisto sia avvenuto attraverso un pagamento rateizzato.

In attesa di futuri riscontri, il popolo della scuola inizia a fare i dovuti scongiuri per evitare di incorrere in brutte ed inaspettate sorprese ministeriali, come quella di vedersi 'scippare' 500 euro dal proprio stipendio, dopo averne speso altri 500 nei mesi scorsi.