Le ultime notizie al 30 maggio sulle Pensioni precoci non sono delle più rincuoranti, la Quota 41 e il Ddl 857 sembrerebbero allontanarsi dalle ipotesi allo studio del Governo. Tommaso Nannicini è statopiuttosto fermo nelle sue ultime dichiarazioni concernenti la riforma pensioni e il confronto aperto con i sindacati. Parlare con le parti sociali, dice in un intervista a 'La Stampa', è importante per confrontarsi, "ma alla fine decideremo noi". E specifica illustrando al giornalista le persone che potenzialmente potrebbero accedere alla pensione anticipata, di sicuro non si potranno spendere per queste categoriesette miliardi di euro in un anno.

Sfuma, dunque tra le righe, la proposta maggiormente gettonata dai precoci: ossia la Quota 41 insita nel Ddl 857 di Damiano? Stando, infatti, alle stime dell'Inps, già ampliamente contestate da Damiano, i costi per sostenere una misura del generesarebbero proprio circa 7,5 miliardi solo peril 2017, che potrebbero arrivare fino a 14 miliardi nel medio periodo. Vediamo in dettaglio le parole del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.

Nannicini: Su pensioni e flessibilità saremo noi a decidere

L'intervento sulle pensioni, spiega Nannicini al giornalista che lo intervista, è assolutamente doveroso in quanto la riforma Dini ha reso troppo lungo il passaggio al sistema contributivo, che diverrà totale solo nel 2035, e la riforma Fornero ha creato, pur salvando i conti pubblici e mettendo in sicurezza il sistema previdenziale, troppa rigidità in uscita.

Per queste ragioniabbiamo individuato, spiega, tre categorie di lavoratori che potenzialmente potrebbero usufruire dell'uscita anticipata. Tra questi vi sono in primis coloro che hanno perso il lavoro e faticano a trovarne un altro, poi vi sono coloro che vorrebbero, per propria scelta, ritirarsi prima dal mondo del lavoro.

Qui sembra esservi un riferimento ai precoci ea quanti reclamano maggiore flessibilità in uscita, che secondo Nannicini, potrebbero farlo solo accettando una penalizzazione. Infine vi sono coloro che stanno lavorando in un'azienda che necessita di una ristrutturazione. Tre obiettivi che dovrebbero essere raggiunti, ma prestando attenzione alle finanze.

Impossibile, ribadisce Nannicini, spendere 7 miliardi di euro in un anno, l'APE, anticipo pensionistico, costerebbe, dice, "molto meno delle proposte in campo".

Addio alla Quota 41 e al Ddl 857?

La quota 41per i precocirichiesta a gran voce dai sindacati e da Damiano, che la ricomprende nel suo Ddl 857, oggetto di una petizione online che ha superato le 30.000 firme, potrebbe essere sempre più a rischio. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio parla solo dell'APE per tutta la durata dell'intervista, considerandola come una propostasostenibile e non troppo penalizzante nemmeno per i lavoratori. Per quanto concerne le penalizzazioni dice che il prezzo giusto da pagare per andare in pensione, il riferimentoè alle decurtazioni,potrebbe dipendere "da chi la chiede e da quale è l'obiettivo per cui la si concede".Non si parla assolutamente di misure senza penalizzazioni,ed il riferimento al Ddl 857 è abbastanza mirato, quando si fa presente che mai si potranno spendere troppi miliardi in un solo anno.

A cosa serve dunque il confronto con le parti sociali, si chiedono in molti? Per Nannicini il confronto è importante e doveroso quando si devono prendere decisioni importanti. Ma si tratterà di una concertazione, precisa, fatta secondo regole diverse rispetto al passato. "Ascolteremo le loro ragioni, in alcuni casi le faremo nostre, ma a decidere, sarà il Governo in autonomia". Tutto già deciso dunque, L'APE sarà la nuova misura di flessibilità in uscita che verrà approvata nella prossima Legge di Stabilità? Se così fosse, per i precoci la lotta avrebbe avuto pochissimo effetto, nonostante la soddisfazione di aver portato alla luceuna categoria che sembrava ormai dimenticata dall'agenda politica. Dubitiamo, però, che questo potrebbe loro bastare.