Cesare Damiano è tornato a parlare di riforma Pensioni 2016/2017 e ha annunciato quali sarebbero le correzioni da apportare alla proposta del governo Renzi chiamata 'APE': il Presidente della Commissione Lavoro aveva stupito tutti sottolineando come si ritenesse soddisfatto del lavoro dell'esecutivo, ma nella giornata di ieri ha deciso di intervenire per delineare di quali correttivi necessiti il Piano del governo. Nel frattempo, si segnalano diversi interventi che arricchiscono i dibattiti sulla questione: Carlo Cottarelli, ex Commissario alla spending review, ha sottolineato come la soluzione sarebbe quella di andare verso un taglio alle prestazioni più alte, le cosiddette 'pensioni d'oro', e dello stesso avviso si è detto Di Maio del M5S che ha ribadito come il problema della previdenza in Italia rappresenti una vera e propria questione culturale.

Intervento importante anche da parte di Sacconi che ha ribadito come lo scivolo verso la pensione possa essere finanziato mediante la Naspi e contributi statali, senza intervento di banche e soprattutto senza penalizzazioni.

Cesare Damiano, il suo 'APE' e le novità riforma pensioni oggi 12 maggio

Cesare Damiano ha deciso di aprire un confronto sul governo Renzi a partire dalla riforma pensioni 2016/2017 definita con la sigla'APE'. I correttivi alla proposta dell'esecutivo dovrebbero essere i seguenti: innanzitutto, espellere dal processo le banche, per cui non si dovrebbe parlare di prestito pensionistico ma di anticipo sull'assegno previdenziale, il quale dovrebbe essere erogato direttamente dall'Inps; in secondo luogo, la penalizzazione non deve essere superiore al 2% annuo anche se può essere commisurata a partire dal reddito di base; il terzo punto riguarda gli anni d'anticipo: non tre come proposto dal governo Renzi, bensì quattro; infine, occorre inserire la Quota 41 per i lavoratori precoci, in quanto 41 anni di contribuzione sono sufficienti per andare in pensione senza alcun taglio o penalizzazione.

Cesare Damiano ha accolto, insomma, le richieste dei precoci, i quali si erano detti molto delusi della proposta dell'esecutivo e speravano proprio in un intervento del Presidente della Commissione Lavoro.

Tagli alle pensioni d'oro? Ultime novità riforma pensioni oggi 12 maggio

Se è vero che una riforma pensioni è sempre ostacolata dalla sostenibilità economica e finanziaria del provvedimento, gli interventi che chiedono un ritocco al ribasso per le pensioni d'oro e i vitalizi si moltiplicano giorno dopo giorno: il governo Renzi è sembrato essere sordo a queste richieste e non ha mai formulato una posizione precisa sulla questione.

Ad intervenire è stato innanzitutto Di Maio del M5S che ha parlato di 'questione culturale', quando in un paese c'è chi prende 400 euro di pensione e chi invece 20mila euro: per fare una riforma pensioni all'insegna dell'equità, basta tagliare gli assegni d'oro e i vitalizi e il guadagno immediato sarebbe di circa 12 miliardi di euro.

Dello stesso avviso, anche se con toni più pacati, si dice Carlo Cottarelli, il quale ha sottolineato che gli assegni al di sopra di una certa soglia dovrebbero andare incontro a delle riduzioni per permettere interventi più ampi di giustizia sociale. Per aggiornamenti su 'APE', Damiano e altri nodi, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.