Mentre cresce l'attenzione verso ilnodo della flessibilità previdenziale, i dati recentemente diffusi dall'Istat mettono in luce come il problema di una vecchiaia dignitosa sia di grande attualità anche per chi si sta affacciando ora verso il primo impiego e risulta all'inizio della propria carriera lavorativa. "I giovani saranno i pensionati poveri di domani, perché nell'attuale mercato del lavoro sono diventati lavoratori poveri" ha dichiarato il Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano, portando l'attenzione sui rischi insiti nell'attuale blocco del turn over e nella precarietà contrattuale.
"Accorgesi a 60 anni di avere alle spalle appena 20 o 25 anni di contributi, come capiterà ai nostri figli, conduce dritti e filati ad una vecchiaia poco dignitosa". Un problema che deriva dalla mentalità liberista di "colpire lo Stato sociale e togliere le tutele al lavoro", tanto da costringere le nuove leve a quella che è stata definita come "una gimcana" fatta di "stage, tirocini, voucher, lavoro a chiamata, cococo, interinale, false partite iva e lavoro a termine".
Pensioni flessibili: povertà nel lavoro conduce a povertà in quiescenza
Seguendo il filo del ragionamento, il problema della difficoltà di accesso al lavoro in giovane età potrebbe quindi ripresentarsi quando quelle stesse persone tenteranno di fruire delle tutele previdenziali in età avanzata.
Questo perché avere una bassa retribuzione comporta anche pochi versamenti previdenziali, che si convertirannoin Pensioni povere. "Non a caso l'Istat rileva che le generazioni post '80 e post '90 stentano ad entrare nel mondo adulto" commenta l'On. Damiano, evidenziando che "la generazione dei Millennials sta posticipando sempre più le principali tappe della vita adulta.
Questa drammatica constatazione ci obbliga a rivedere il nostro modello di sviluppo" ed a cambiare le modalità di accesso al lavoro, a partire da una rivisitazione nell'utilizzo dei voucher.
Nuove assunzioni e sgravi sui contributi Inps: serve misura strutturale
Stante la situazione appena descritta,un'altra questione importante per la stabilizzazione del mercato lavorativo resta quella degli sgravi in favore dei nuovi assunti.
"Sembra che il Governo voglia rendere finalmente strutturali gli incentivi", ha commentatol'esponente democratico, parlando dell'ipotesi come di un passo in avanti rispetto alla situazione attuale. Dalla Camera si conferma però la contrarietà ad un taglio netto del 4% o 5% rispetto alle attuali aliquote contributive, perché la misura si tradurrebbe in una riduzione di lungo termine dei montanti contributivi e di conseguenzain assegni più bassi per i futuri pensionati. Vi è inoltre da ricordare che la legge Fornero prevede attualmente la possibilità di accedere al pensionamento anticipato raggiunti i 63 anni di età e i 20 di versamenti effettivi, a patto che l'importo della pensione risultisuperioreall'importo dell'assegno sociale per almeno2,8 volte (circa 1250 € per l'anno 2016).
Un taglio nei contributi renderebbe più difficile raggiungere questa soglia per le nuove generazioni, anche considerando che molti giovani lavoratori si troveranno a doversi confrontarecon una carriera discontinua.
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