Sulla rendicontazione del bonus da 500 euro il Miur non ha dato alcuna istruzione specifica, nonostante lo abbia promesso e sia richiesta a gran voce da tutti i docenti. Il 31 agosto è ormai alle porte. In che modo gli insegnanti devono dimostrare di aver speso il denaro messo a loro disposizione dallo Stato? Lasciando da parte qualsiasi polemica sulla validità di questo bonus, proviamo a capire come preparare il rendiconto in assenza di disposizioni precise. Qualche suggerimento arriva dalle scuole, mentre altri dai siti specializzati. Magari il Miur verrà ispirato da queste idee e alla fine (quando ormai sarà troppo tardi, probabilmente) darà le stesse soluzioni.

Come rendicontare il bonus da 500 euro: suggerimenti

Il bonus da 500 euro è nominale e spendibile entro il 31 agosto (stessa data della scadenza della rendicontazione). Gli insegnanti non hanno però idea di come indicare la spesa fatta. Quali documenti presentare? Le scuole hanno consigliato ai docenti di presentare:

  • fatture intestate all'interessato contenenti la descrizione del prodotto acquistato e la dicitura indicante che l'acquisto viene effettuato col bonus;

  • scontrini parlanti (indicanti il codice fiscale dell'acquirente) e contenenti la descrizione del prodotto acquistato.

Entrambe lo soluzioni però presentano problematiche. La fattura deve essere emessa entro il mese (solare) in cui è stato effettuato l'acquisto e va registrata entro i primi quindici giorni del mese successivo.

Chi ha effettuato spese all'inizio dell'anno non potrà quindi avere la fattura (a meno che non ne sia già in possesso). Gli scontrini parlanti potrebbero essere una soluzione, ma non tutti i negozianti emettono questo tipo di scontrino. La maggioranza non contiene il codice fiscale del cliente. I dubbi che i docenti non abbiano modo di dimostrare le spese sostenute col bonus, non possono essere spenti.

In alternativa, è stato suggerito da Orizzonte Scuola, si potrebbe auto-certificare la spesa del bonus, allegando tutta la documentazione possibile: scontrini fiscali, scontrini parlanti, ricevute e così via. Non è chiaro il motivo percui il Ministero non stabilisca regole precise in merito, mettendo fine a tutti questi "forse".

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