La settimana prossima sarà una settimana chiave per la riforma delle Pensioni perché il Governo presenterà a sindacati e addetti ai lavori la sua proposta di riforma. Come confermato dal Ministro Poletti, l’intento è quello di inserire la riforma nella Legge di Stabilità e l’incontro presso il Ministero con sindacati ed esponenti del Governo sarà di fondamentale importanza per capire da che punto si parte in quella che, nonostante l’ottimismo diffuso, si presenta come una difficile trattativa. Il Presidente della Commissione Lavoro sta preparando un testo unificato, probabilmente da contro proporre al Governo magari per trovare un punto di convergenza.

Vecchie proposte e necessità di correggere gli sbagli della Fornero e del Centro Destra

Il solo fatto che il Governo abbia già messo in piedi una bozza di riforma, anche se non c’è ancora l’ufficialità e che continui ad allestire incontri con le parti sociali, non può che essere visto con occhio positivo. Anche Damiano infatti si dice ottimista e soddisfatto del fatto che almeno si è arrivati al punto di parlarne dopo i silenzi degli ultimi anni. Il nostro sistema previdenziale va sistemato e ad oggi sembra che tutte le parti in causa abbiano questo comune obbiettivo. Correggere gli errori della Fornero e dell’ultimo Governo Berlusconi oltre che una necessità, ormai è una priorità. Le proposte di Damiano sono sempre le stesse, depositate nella scorsa legislatura ma mai affrontate davvero o prese in considerazione.

Adesso però bisognerà valutarne la bontà, per capire se unendole alle idee del Governo ed alle altre proposte che sono sul tavolo, si possa giungere ad una riforma che soddisfi i cittadini. Per Damiano quindi, anticipo pensionistico di 4 anni con penalità massima dell’8%. Inoltre, quota 41 per i precoci senza limiti di età e senza penalizzazioni.

Inoltre, estendere opzione donna, ottava e definitiva salvaguardia, indicizzazione delle pensioni, ricongiunzioni gratuite e vantaggi in termine di uscita dal lavoro per usuranti, con ampliamento della platea di questi ultimi.

Proposta del Governo tra APE e Legge sulla Povertà

I punti su cui Damiano sembra non transigere trovano la sensibilità di molti cittadini e quindi la loro popolarità è ampia.

I sindacati sono schierati tutti dalla parte del Presidente della Commissione Lavoro della Camera, con l’idea di inserire di nuovo nella discussione la famosa quota 100 che è sempre figlia di Damiano. Il Governo però resta fermo sulla necessità di salvaguardare anche i conti pubblici, ecco perché sembra che la via tracciata sia sempre quella dell’APE, l’anticipo pensionistico pagato dalle banche e non dall’INPS, con uscita concessa 3 anni prima e penalizzazioni crescenti per scaglioni con tetto massimo superiore al 13%. A prima vista sembra che margini di trattativa non ce ne siano molti, troppo evidenti le differenze tra le parti e troppe urgenze che il Governo sembra non prendere in considerazione nella sua proposta.

A dire il vero, oltre che di pensioni, la settimana prossima si parlerà anche di Legge Delega sulla Povertà e su questo Damiano si dice soddisfatto del testo. Soddisfazione cresciuta dopo aver corretto quell’articolo che rischiava di compromettere la pensione ai superstiti, quella di reversibilità. La previdenza e l’assistenza, secondo Damiano devono restare separate e soprattutto, non è possibile utilizzare la previdenza per ripianare i conti pubblici.