Stavolta si inizia a fare sul serio e dal Ministero del Welfare viene confermata la data per un importante incontro tra sindacati e rappresentanti di Governo. Il tema dell’incontro sarà quello previdenziale e stavolta, rispetto al precedente del 24 maggio, si inizierà a parlare dei punti necessari per la riforma che ormai è confermato, arriverà nella prossima Legge di Stabilità di ottobre. Il prossimo 14 giugno, alle 14:30, quindi, sindacati e Governo inizieranno a valutare come trovare delle soluzioni condivise su quanto propone l’Esecutivo e su tutte le richieste dei sindacati, che sono tante.

Le distanze sembrano ancora grandi

Lo scorso maggio ci fu solo un abboccamento, un piccolo incontro dove si valutò solo i punti di partenza della discussione, cioè da dove si sarebbe partiti per vedere di trovare una sintesi. A dire il vero le distanze erano e continuano ad essere difficilmente superabili. I sindacati chiedono fortemente quota 100 ed una soluzione per i precoci, mentre il Governo continua sull’Anticipo Pensionistico (APE), sui vincoli di coperture e su provvedimenti che costino poco o niente e che soprattutto siano a totale spesa di pensionati o altri soggetti. Già a dare un’occhiata superficiale si notano le differenze. Il Governo prevede di concedere una uscita a partire dai 63 anni.

Per i Sindacati che hanno dato giudizio positivo a quanto proposto da Damiano, si dovrebbe partire dai 62 anni. Inoltre sarebbe auspicabile secondo i rappresentati dei lavoratori, ritornare al meccanismo delle quote, cioè concedere l’anticipo a condizione che la somma di età anagrafica e contributi faccia 100. Per il Governo invece, anticipo si ma a condizione che gli assegni siano penalizzati in base al reddito dei futuri pensionati e naturalmente agli anni di anticipo.

Evidenti le differenze quindi che si accentuano su quota 41 e lavoratori precoci che per i sindacati devono poter uscire senza penalizzazioni e senza limiti anagrafici mentre per l’Esecutivo, questi lavoratori dovrebbero essere trattati alla stregua degli altri.

Ecco tutti i temi in discussione

Il discorso non si riduce solo ad APE contro quota 100 o giù di lì, ma la riforma delle Pensioni ha mille sfaccettature che sicuramente saranno trattate nell’incontro.

Ricordiamo che il Governo ha in mente di stanziare per la previdenza meno di un miliardo di euro in manovra di autunno, mentre tutte le richieste dei sindacati costerebbero molto di più. C’è da sottolineare che la riforma Fornero, con i suoi inasprimenti ha portato ingenti risparmi nelle casse pubbliche che potrebbero essere richiamati se solo si volesse effettivamente dare un colpo di spugna proprio alla Legge Fornero. Necessaria l’ottava salvaguardia che cancelli il fenomeno degli esodati che proprio la Fornero ha creato. Opzione donna va estesa anche ad altre lavoratrici soprattutto se come sembra, il monitoraggio di settembre darà esito positivo in termini di risparmi sulla sperimentazione in vigore fino al 31 dicembre 2015.

Rendere gratuite le ricongiunzioni che oggi sono a pagamento, agevolare i versamenti volontari e i riscatti dei periodi di studio. Su flessibilità e precoci abbiamo già detto tutto anche se, per questi ultimi, si cerca di renderli categoria ben definita, come per gli usuranti, che a loro volta vanno allargati di platea includendo attività che oggi non vengono classificate come particolarmente pesanti. SI cerca di collegare la Delega alla Povertà che presto sarà attiva alla previdenza, con l’estensione del bonus di 80 euro ai pensionati, la contribuzione figurativa da assegnare alle donne alle prese con lavoro di cura della famiglia e distinguere meglio la previdenza dall’assistenza. Infine, da correggere le fasce di reddito per gli scaglioni relativi agli scatti per la perequazione e da rilanciare la previdenza complementare.