"L'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea potrebbe trascinare il Paese nel tunnel di una nuova austerity": lo afferma il Premier inglese David Cameron, scendendo in campo a favore della formazione contraria al Brexit e mettendo in luce i possibili riverberi negativi di una fuoriuscita dall'Ue. Ad essere particolarmente colpito potrebbe risultare proprio il welfare, a partire dalle pensioni pubbliche per proseguire con la sanità e con il mercato immobiliare. Il Sunday Telegraph ha pubblicato le ultime dichiarazioni del politico inglese, dando rilievo a quelle che sono le preoccupazioni in essere nel Governo: "dovremo rinegoziare un trattato con l'Ue e potrebbero volerci 10 anni".

Un lasso di tempo che a quel punto si trasformerebbe inun decennio perduto per l'economia della Gran Bretagna. Mentre la prospettiva di restare all'interno dell'Unione Europea è vista come fonte di "stabilità e ", posizione condivisa anche dal Cancelliere dello Scacchiere George Osborne, il quale in caso contrario ha prospettato altri"tagli alla spesa pubblica", a partire da quelli destinati alle forze armate e alla sicurezza del Paese.

Brexit 2016, sondaggi registrano crescita del fronte favorevole all'uscita

L'allarme lanciato dal Premier britannico sulla tenuta di pensioni e welfare fa seguito agli ultimi sondaggi pubblicati in merito al referendum sul Brexit. Uno studio commissionato dal quotidiano "The indipendent" (e realizzato da ORB)avrebbe indicato una maggioranza di 10 punti da parte del fronte "pro uscita".

Le persone favorevoli al distacco avrebbero raggiunto il 55% del campione, contro il 45% dei contrari. Se il dato fosse confermato, si tratterebbe di un'indicazione pesante su come potrebbe andare la votazione, tanto da far scendere nuovamente in campo Cameron nel ricordare ai propri cittadini le conseguenze di un'uscita dall'UE.

Di fatto, l'incertezza resta massima, anche perché gli ultimi referendum avvenuti in Europa ci hanno abituati a battaglie sul filo dei voti e ad esiti in grado di ribaltare le rilevazioni dell'ultima ora. Resta il fatto che la questione è destinata a tenerci con il fiato sospeso fino al 23 giugno, giorno in cui si svolgerà la consultazione popolare.

Referendum GB: cresce la volatilità dei mercati

Nel frattempo i mercati finanziari registrano un aumento della volatilità, conla chiusura delle principali borse europee risalente allo scorso venerdì che ha testimoniato il nervosismo degli operatori in merito al possibile esito del referendum. I listini del continente hanno presentato ampi ribassi, mentre è partita la corsa all'oro ed ai beni rifugi. BCE e BOE per il momento ostentano sicurezza e si dicono pronte a qualsiasi risultato, avendo preparato piani in grado di far fronte ad entrambi i possibili scenari che si prospettano. Ma resta il fatto che davanti alla possibile uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea si procede in terre ignote; l'unica cosa certa è la portata storica dell'evento.

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