Il governo Renzi sta svelando molto lentamente le sue carte intorno alla riforma Pensioni 2016/2017: le ultime novità raccontano dell'arrivo di RITA, la possibilità concessa al pensionando di finanziare il prestito previdenziale APE con il fondo per la pensione integrativa. In realtà, però, l'esecutivo mantiene un gran riserbo intorno ai nodi principali, intorno ai quali sembra non volersi sbilanciare soprattutto in vista delle elezioni amministrative e del referendum sulle riforme di autunno: su tutte le questioni, resta in sospeso quella riguardante le penalizzazioni, anche se, in un intervento di ieri, il Corriere della Sera sostiene che, per un anticipo di 3 anni, si possa andare da un minimo del 6% ad un massimo del 24% (per i redditi più alti) di penalizzazione.
Nel frattempo, si segnalano nuovi interventi politici e sindacali: Tito Boeri ha parlato della necessità di correttivi riguardanti, ad esempio, l'iniquità delle ricongiunzioni onerose – la questione riguarda la pensione futura dei giovani; mentre Cesare Damiano starebbe lavorando ad una proposta per 'aggiustare' alcuni limiti del contributivo. Infine, si segnalano anche ulteriori critiche da parte dei sindacati.
La campagna elettorale e i sindacati: ultime news riforma pensioni oggi 3 giugno
Sono molti i commentatori che ritengono che il premier Matteo Renzi abbia deciso di mettere mano alla riforma pensioni 2016/2017, dopo vari anni di attesa, proprio perché in autunno vi sarà il referendum elettorale e il rischio di vittoria dei 'NO' è piuttosto alta.
Dopo la delusione del mondo della scuola che, a seguito della riforma e del concorso, sembra essere completamente contrario alla linea del premier, il rischio è che anche su un altro tema caldo come quello delle pensioni il governo possa andare incontro a critiche e quindi a voti contrari nella giornata 'decisiva' di ottobre: in questo senso, si possono leggere le 'aperture' ai sindacati e la volontà di riforme previdenziali, come il bonus di 80 euro ai pensionati che percepiscono l'assegno minimo.
Dal canto loro, però, i sindacati si dicono contrari sia all'APE che al RITA, soprattutto dopo le durissime parole di Nannicini, sottosegretario della Presidenza del Consiglio (dunque di Matteo Renzi) contro la loro presenza al tavolo delle trattative: Bonanni, ex leader Cisl, parla di 'nozze con i fichi secchi', sottolineando come il peso dell'uscita anticipata ricada di fatto sugli stessi lavoratori, mentre Proietti della Uil ricorda che per finanziare la riforma si potrebbe utilizzare una parte delle risorse sottratte negli ultimi anni alla previdenza.
Il nuovo piano di Damiano: ultime news riforma pensioni oggi 3 giugno
Nel frattempo, torna a discutere di riforma pensioni anche Cesare Damiano, nonostante la sua proposta sia stata immediatamente accantonata e tenuta in nessuna considerazione dal governo Renzi. Secondo il Presidente della Commissione Lavoro, infatti, bisognerebbe agire anche sul sistema contributivo, che penalizza eccessivamente i giovani: stando alla riforma Fornero, per andare in pensione occorre avere almeno un assegno superiore di 2,8 l'assegno minimo (dunque circa 1300 euro al mese netti), la proposta di Damiano è di abbassare questo coefficiente, permettendo di andare in pensione con un coefficiente di 1,5 (dunque circa 670 euro al mese netti).
Il nodo riguarda soprattutto il futuro: Tito Boeri, in passato, aveva sottolineato come chi è giovane oggi non potrà andare in pensione prima dei 75 anni a causa delle carriere discontinue che stanno caratterizzando la nostra epoca lavorativa. Per aggiornamenti, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.