Il mondo della Scuola è in fermento anche e soprattutto per una questione che è da considerarsi centrale: si tratta del nodo della riforma della Pubblica Amministrazione e degli aumenti che si intenderebbe dare agli insegnanti in busta paga. Secondo alcuni dati diffusi dall'Anief, il potere d'acquisto di docenti e pubblici dipendenti è il più basso dal 1982 e l'unica forma tutt'ora presente di incremento del salario, e cioè la cosiddetta indennità di vacanza contrattuale, si è già deciso di tenerla bloccata fino al 2018 e forse addirittura fino al 2021.

La scuola ha rappresentato sicuramente uno dei fattori del crollo del consenso elettorale di Matteo Renzi: se il governo sta cercando soluzioni sulla 'chiama diretta', sembra che sul nodo degli stipendi ci sia poco da fare. L'Anief, infatti, starebbe pensando di mettere in piedi un ricorso al giudice del lavoro per il blocco dell'indennità di vacanza contrattuale: ancora una volta, secondo l'Anief, l'unica strada percorribile sembrerebbe essere quella giudiziaria. Quali sono però le prospettive?

Le prospettive sulla riforma PA e l'aumento degli stipendi

Secondo l'Anief, il progetto politico di Marianna Madia, per quanto riguarda la riforma della PA, sarebbe oramai chiaro: l'ultima ipotesi di aumento degli stipendi parlava di circa 10 euro lordi al mese, la nuova strada sarebbe quella di concedere aumenti soltanto ad alcune categorie, quella dei più 'bisognosi' e quella dei più 'meritevoli'.

La motivazione sarebbe di carattere economico-finanziario: se l'aumento lo percepiscono meno persone, potrà allora essere un po' più consistente. In questo modo, sempre seguendo il ragionamento di Marcello Pacifico dell'Anief, a stento un docente su tre potrebbe accedere a questa forma di 'premio' contrattuale: se questa fosse la proposta definitiva, continua il Presidente dell'Anief, allora si tratterebbe di qualcosa di 'inaccettabile' in quanto violerebbe un principio fondamentale della Costituzione, quello della parità di trattamento economico tra i dipendenti pubblici.

L'attacco alla riforma della PA, allora, è molto duro: il governo Renzi dovrebbe smetterla di giocare al ribasso, dovrebbe adeguare gli stipendi almeno di quel 10% che è stato sottratto a seguito del 'blocco' dell'indennità di vacanza contrattuale. Come già riferito, se la Madia non verrà incontro alle richieste dei pubblici dipendenti e degli insegnanti, allora si aprirà una nuova stagione di ricorsi. Per aggiornamenti, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.