La legge di riforma scolastica, nota come la 107 o Buona Scuola, ha lasciato sul tavolo troppi nodi irrisolti. Alla luce di quanto si sta manifestando, in ordine ai recenti provvedimenti circa la mobilità dei docenti e le procedure invero molto rallentate del concorso 2016, appare chiaro che occorre modificare le leggi in materia di istruzioneavanzando soluzioni alternative che rimettano in sesto il settore dell'istruzione mortificato da almeno 15 anni di malgoverno. Il M5S ne ha ben sette nel suo programma diffuso a più riprese sui diversi siti di informazione quali Tecnica della Scuola e Orizzonte Scuola.

Di sette soluzioni se ne riparla sul primo, dalle nuove forme di reclutamento nei ruoli per i docenti rimasti esclusi dal piano e dal concorso, fino ad arrivare a nuove alternative per l'infanzia sulle quali il governo non ha mantenuto la promessa di avviare il progetto 0-6.

Avviare una nuova fase transitoria

Sui numeri reali dei docenti presenti nelle diverse graduatorie solamente il MUR può disporre di dati corretti. Ciò che si sa è che ad oggi in Italia insegna ogni anno con contratto a termine un contingente stimato di circa 400 mila docenti tra Gae e graduatorie di istituto. Per i docenti abilitati precaridella II fascia e per quelli ancora giacenti nella III, l'on. Silvia Chimienti ha proposto un piano transitorio che prevede lo scorrimento in ruolo tenendo presente la priorità da assegnare a quelli ancora nelle Gae.

Realizzare questa fase significherebbe ottenere contemporaneamente due risultati importantissimi quali stabilizzare definitivamente i precari e garantire la continuità didattica che per gli alunni necessitanti di insegnanti specializzati sul sostegno è fondamentale. Il tutto nel rispetto dei vincoli imposti dalla legge di bilancio perché verrebbe svolto in base al normale turn – over annuale senza oneri aggiuntivi per lo Stato.

Innovare la didattica nella scuola dell'infanzia

Tra le soluzioni in mente in seno al M5S merita menzione la proposta dell'on. Luigi Gallo. In un recente convegno da lui proposto a Montecitorio ha spiegato il suo convincimento alla presenza di alcuni esperti. I tre pilastri fondamentali sui quali poggia la proposta di legge sono il tempo, lo spazio e le tecniche pedagogiche.

Si può fare lezione all'esterno della classica aula e si può creare anche una task force regionale di supporto a dirigenti scolastici e docenti mediante lo stanziamento di un fondo pari a 300 milioni all'anno.