Ci sarebbero importanti novità sulla questione della 'chiamata diretta', uno dei nodi più controversi della riforma della Scuola: a indicare alcune anticipazioni sull'accordo è stato Italia Oggi e la vera notizia sarebbe che il Miur avrebbe deciso di stemperare il dispositivo e di aprire a criteri maggiormente oggettivi. I commenti politici sono stati immediati: l'esecutivo guidato da Renzi è andato incontro a una grande perdita di consensi e, secondo molti osservatori e sondaggi, l'inciampo è stato dovuto soprattutto all'opposizione del mondo della scuola; in questo senso si starebbe cercando di andare incontro alle esigenze dei docenti per riacquistare consenso.

Intanto, però, si tratta comunque di una bozza e le modifiche dovranno essere ancora discusse, anche se la struttura sembra essersi chiarita: si passerà dalla 'chiamata diretta' al 'concorso d'istituto'.

Il nuovo dispositivo per la chiamata diretta: ultime novità oggi 25 giugno

Il nuovo dispositivo che dovrebbe stemperare gli eccessi soggettivi della 'chiamata diretta', stando alle anticipazioni di Italia Oggi, sarebbe il seguente:

  • ogni istituzione scolastica delineerà i profili dei docenti richiesti mediante l'indicazione dei titoli di servizio e culturali richiesti;
  • gli avvisi delle singole scuole saranno pubblicati in una data unica nazionale a tutti i docenti che si trovano all'interno dell'ambito di riferimento;
  • gli insegnanti interessati potranno fare domanda e il dirigente scolastico valuterà i curricula mediante una griglia di valutazione stabilita a livello nazionale.

Alla fine di questa sorta di 'concorso d'istituto', il docente prescelto potrà avere l'incarico triennale per il posto vacante.

Il dispositivo che sarebbe in discussione, dunque, permetterebbe di salvare sia la 'chiamata diretta', vero punto di forza secondo il Miur della riforma della scuola, sia la richiesta di maggiore oggettività nella scelta da parte del preside. L'unico punto che potrebbe causare altri confronti/scontri è ancora una volta il ruolo del dirigente scolastico: ci si chiede infatti perché la valutazione dei curriculum debba essere affidata soltanto al preside e non, ad esempio, a un collegio e o un comitato. Per aggiornamenti, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.