La pesante sconfitta del PD alle elezioni comunali 2016 non sembra aver cambiato la direzione di marcia che il partito intende mantenere per quanto riguarda la riforma della scuola. Secondo alcuni osservatori e alcuni sondaggi (anche se non pienamente scientifici come quello del quotidiano Libero), sembra che la disfatta sia dovuta soprattutto ai contrasti con il mondo della Scuola: l'anno scorso, nel mese di maggio, furono circa 600mila i docenti scesi in piazza, ed è chiaro come, dal punto di vista elettorale, rappresentino una forza da non sottovalutare.

Eppure, il governo Renzi e il ministro Giannini sembrano intenzionati a non cambiare tenore e a non aprire al confronto con gli operatori della scuola: la Giannini, infatti, ha annunciato che a breve vi saranno altri decreti attuativi della 'Buona scuola' e due tra i maggiori nodi da sciogliere riguardano da un lato la 'chiamata diretta' e lo strapotere dei presidi e dall'altro la questione dell'aumento degli stipendi (bloccati oramai da anni).

Il PD è autolesionista? La linea politica sulla scuola

Al momento, la linea politica del PD sulla scuola sembra rimanere intatta: nelle ultime dichiarazioni il ministro Giannini ha ancora una volta elogiato il concorso scuola 2016, il quale, però, sta mostrando molti problemi organizzativi, tra i quali la mancanza di certezza nella correzione degli scritti a causa della difficoltà di nomina delle commissioni.

Anche sul fronte 'chiamata diretta', il Miur non sembra voler scendere a patti: è possibile che si imponga la linea del governo ai sindacati, mediante la quale la 'chiamata diretta' dovrebbe essere assoluta senza alcun criterio oggettivo di connessione alle graduatorie (se tutto dovesse restare inalterato, le graduatorie non avrebbero più senso nella misura in cui un dirigente scolastico potrebbe scegliere anche chi ha meno punteggio se lo ritiene più adatto al proprio progetto formativo).

L'altro nodo da sciogliere riguarda l'aumento degli stipendi: le ultime dichiarazioni della Madia, che ha già dichiarato di voler convocare i sindacati a luglio, hanno suscitato molte critiche, in quanto l'aumento 'promesso' sarebbe inferiore ai 10 euro lordi mensili.

Il referendum di ottobre: ultime novità sulla scuola

Secondo un approfondimento pubblicato su La Tecnica della Scuola, il PD starebbe rischiando grosso continuando ad avere un atteggiamento radicale e decisionistasulle questioni riguardanti la scuola: se la Giannini dovesse confermare le sue intenzioni, e cioè promuovere la 'chiamata diretta' senza dispositivi di controllo, procedere con la cancellazione della titolarità di cattedra e di sede, non concedere aumenti salariali se non minimi, allora è chiaro che la frattura con il mondo della scuola sarebbe definitiva e, per il PD, molto rischiosa in vista del referendum di ottobre. Per aggiornamenti, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.