Con l'avvicinarsi di settembre e della scadenza per la stesura della legge di stabilità 2017 cominciano a delinearsi i primi riscontri in merito ad i provvedimenti tecnici allo studioper la flessibilizzazione dell'uscita dal lavoro. Oggi facciamo il punto su due questioni fondamentali per moltissimi lavoratori che attualmente si vedono precluso l'ingresso nell'Inps: stiamo parlando degli impedimenti relativi alle ricongiunzioni onerose e della situazione vissuta dai lavoratori precoci. Vediamo insieme di cosa si tratta e quali sono le possibili soluzioni allo studio dei decisori pubblici.

Riforma pensioni e ricongiunzioni onerose: si punta a soluzione anche per la gestione separata

La questione delle ricongiunzioni onerose non appare di poco peso nel dibattito previdenziale visto che il fenomeno viene percepito da lungo tempo come una delle più grandi ingiustizie nel campo previdenziale. Nella pratica si tratta di lavoratori che hanno cumulato contributi in diverse gestioni a causa di una carriera lavorativa discontinua. Nel 2010 il Governo Berlusconi ha varato la legge sulle ricongiunzioni onerose, per evitare in particolare alle lavoratrici del pubblico impiego di poter ottenereun anticipo eccessivo. Ma ben presto ci si è accorti che il blocco ha provocato di fatto l'impossibilità anche per moltissimi altri lavoratori di fruire del regolare pensionamento, anche se i requisiti complessivi (sia per l'uscita di vecchiaia che di anzianità) venivano rispettati attraverso la contribuzione complessiva in diverse gestioni.

Venendo alle soluzioni attualmente allo studio, circolano due differenti ipotesi. La prima prevede di agire sull'istituto della ricongiunzione, permettendo di raggiungere l'anticipata anche con la già citataricongiunzione (senza più la necessità di pagare degli oneri aggiuntivi). La seconda soluzione apre invece alla totalizzazione, garantendo in questo caso che ogni gestione versi la rendita pro quota secondo il proprio sistema di calcolo, mentre il meccanismo attuale obbliga i lavoratori ad accettare il ricalcolo contributivo di tutti i montanti.

Il lato interessante di queste ipotesi riguarda l'inclusione della gestione separata all'interno dei diversiistituti, una possibilità richiesta a gran voce anche per l'uscita tramite opzione donna dalle lavoratrici appartenenti al Comitato OD. Chiaramente per coloro che stanno valutando di procedere a ricongiunzioni onerose vale il consiglio di attendere ancora qualche mese, per verificare in che modo la questione sarà trattata all'interno della prossima Legge di stabilità.

Pensioni e lavoratori precoci: si punta alla valorizzazione dei contributi versati tra i 14 ed i 18 anni

Diverso il caso dei cosiddetti lavoratori precoci, per i quali i tecnici starebbero puntando ad una valorizzazione dei contributi versati tra i 14 ed i 18 anni di età. Ogni anno potrebbe garantire fino a 6 mesi aggiuntivi, pertanto di fatto si arriverebbe nella migliore delle ipotesi ad uno sconto di 24 mesi rispetto agli attuali requisiti di legge. Resta però il fatto che i lavoratori continuano a preferire la possibilità di ottenere la quiescenza semplicemente al raggiungimento dei 41 anni di versamenti, senza ulteriori calcoli o penalizzazioni.

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