Piano di assunzioni straordinario e concorso, questi i 'prodigi' della Buona Scuola, spesso vantati dal ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, dal sottosegretario Faraone ma anche dallo stesso premier Matteo Renzi, il quale ebbe a dire in un'occasione: 'Mi potete dire di tutto ma non potete venirmi a dire che io non abbia assunto insegnanti...'

La realtà dei fatti, però, è decisamente diversa. Aumentano gli studenti, cala il numero dei docenti.

Vorremo portare all'attenzione dei nostri lettori due casi emblematici, quello del Piemonte e del Veneto, dove è stato lanciato un vero e proprio allarme.

Ultime news scuola, sabato 30 luglio 2016: aumentano gli studenti, calano i docenti

Cominciamo dal Piemonte e dalle 533 cattedre 'scomparse' di fronte ad un aumento stimato degli studenti pari a circa 1500 unità. I provveditorati avevano chiesto un 'contingente' di 2797 posti mentre dal dicastero di Viale Trastevere è arrivata l'assegnazione di sole 2244 cattedre. Oltre a questo, da settembre aumenteranno anche le scuole che dovranno accontentarsi di un 'reggente' (da 158 a 174).

L'assessore regionale Gianna Pentenero ha promesso di fare la voce grossa, anche perchè non è solo il personale docente a dover subire dei tagli ma anche il personale ausiliario, tecnico e amministrativo (Ata): i sindacati hanno previsto, infatti, dei tagli di circa 350 unità.

Tagli docenti in Piemonte e in Veneto: Miur risponde no all'aumento dell'organico

Situazione difficile, come dicevamo poc'anzi, anche in Veneto dove l'assessore regionale all'istruzione, Elena Donazzan, ha convocato con urgenza un incontro con il direttore generale dell'Ufficio Scolastico del Veneto, Daniela Beltrame, a cui parteciperanno anche le rappresentanze sindacali.

Anche qui la motivazione è dettata dalla risposta negativa fornita dal Miur per la richiesta di posti nell'organico di fatto. L'assessore Donazzan ritiene che l'avvio del prossimo anno scolastico 2016/2017 sia altamente a rischio visto che mancano almeno 468 cattedre essenziali, indispensabili per il funzionamento della Scuola veneta.

'Se il Miur non dovesse tornare sui propri passi - ha dichiarato Elena Donazzan - avremo molte classi "pollaio", saremo costretti a negare il tempo pieno già richiesto dalle famiglie oltre a dover subire una forte penalizzazione della montagna'.