Sì alla flessibilità, ma solo a breve termine e per le misure di ricostruzione dopo il sisma. Lo riporta l'Ansa, segnalando cosi che il braccio di ferro del Governo con l'Unione Europea trova una fievole apertura, ma solo in via eccezionale. A parte le tristi vicende in arrivo dalla cronaca resta ancora in essere la rigidità di ampio respiro che rischia di condizionare il capitolo della riforma previdenziale in avvio verso la fine dell'anno. L'estate non ha portato al Governo notizie confortanti visto che la terribile vicenda del terremoto èstata preceduta dal riscontro di un rallentamento dell'economia e dallo spettro di un possibile ritorno alla stagnazione economica.

I rischi per un intervento al ribasso sulle misure di welfare promesse ci sono tutti e non sembra un caso il fatto che i tecnici abbiano voluto prendere tempo e rimandare ogni possibile decisione a settembre, quando la situazione sarà più chiara e si riprenderanno gli incontri con i sindacati. A quel punto si dovrà comunque arrivare a mettere per iscritto degli impegni precisi dal punto di vista delle risorse dastanziare, se non altro per poter inserire i provvedimenti all'interno della LdS2017 in discussione presso il Parlamento a partire da ottobre.

Riforma pensioni 2016 - 2017: servono almeno 2,5 miliardi di euro

Stante la situazione, resta il fatto che l'entità di spesa minima stimata dai sindacati per poter avviare tutte le misure di previdenza e welfare messe sul tavolo corrisponde ad almeno 2 - 2,5 miliardi di euro.

Una cifra che però potrebbe variare in difetto o in eccesso a seconda del modo in cui verranno implementate le misure allo studio. Ed è proprio su questo nodo che sembrano accendersi le maggiori discussioni, visto che le parti sociali consideranoinservibile una riforma al ribasso. Dopo quattro anni di interventi estemporanei, è certal'esigenza dei lavoratori per un intervento che possa dirsi effettivamente strutturalesulla previdenza e che riesca a rimediare allo scalino creatosi con l'irrigidimento dei requisiti anagrafici e contributivi avvenuti nel 2011.

Pensioni e welfare: ecco gli interventi allo studio

D'altra parte, le aree sulle quali sarebbe necessario un intervento restanonumerose. Si parte dall'anticipo pensionistico (APE) in favore dei lavoratori disagiati e dei disoccupati in età avanzata per arrivare ai precoci e alle persone che non possono accedere alla quiescenza pubblica a causa delle ricongiunzioni onerose.

Siprosegue poicon le altre misure di welfare in favore di chi ha già ottenuto il pensionamento ma con assegni particolarmente bassi. Resta poi la possibile estensione della platea dei beneficiari della 14ma mensilità assieme all'innalzamento della no tax area (che verrebbe equiparata a quella dei lavoratori dipendenti). Un pacchetto di provvedimenti sui quali potrebbero però essere applicati limiti e penalizzazioni nei casi in cui non si evidenzierebbe una situazione effettiva di disagio. Solo in questo modo sarebbe infatti possibile avviare la riforma contenendo la spesa all'interno dei 2 - 2,5 miliardi di euro previsti.

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