Un avvio di anno scolastico, quello 2016/2017, che si preannuncia faticoso e pieno di ostacoli e le ragioni sono ben note. Anche per quanto riguarda le assegnazioni provvisorie e le utilizzazioni si prevedono ritardi: come riportato anche dal sito specializzato 'Tecnica della Scuola', i docenti che hanno intenzione di presentare domanda, dovranno attendere la prima metà del mese di settembre per sapere se la loro istanza ha trovato accoglimento o meno.

Ultime news scuola, 16 agosto: assegnazioni provvisorie e utilizzazioni 2016/7, quando gli esiti?

Ricordiamo che per i docenti dell'infanzia e della primaria, la scadenza per la presentazione della domanda è fissato per giovedì prossimo, 18 agosto; a partire da questa stessa data (e fino al giorno 28) toccherà al personale docente della scuola secondaria.

Considerando i tempi necessari per la pubblicazione delle graduatorie e per l'esame dei ricorsi (almeno due settimane) è logico, dunque, aspettarsi che per gli esiti della scuola dell'infanzia e primaria si dovrà attendere la prima settimana di settembre, mentre per quelli della secondaria (a meno che si riducano notevolmente i tempi per i suddetti adempimenti) si dovrà aspettare sin quasi a metà settembre.

Assegnazioni provvisorie, esiti in ritardo: come si dovrà comportare il docente?

Naturalmente, i docenti si domandano come si dovranno comportare con la scuola dove sono titolari o dove sono stati chiamati per prendere servizio: dovranno aspettare l'esito dell'assegnazione provvisoria? No, il docente sarà tenuto a prendere servizio ugualmente nella scuola assegnata sino a quando non uscirà l'esito delle assegnazioni provvisorie: nel caso in cui si ottenga l'assegnazione, potrà lasciare la scuola assegnata in precedenza e prendere servizio nella nuova sede nella propria provincia di residenza.

Una procedura che, logicamente, è stata ampiamente contestata dai docenti che sperano nell'assegnazione provvisoria: oltre all'ansia di dover attendere l'esito della propria domanda, ci sono da considerare soprattutto le spese che gli insegnanti saranno costretti ad affrontare, salvo poi magari tornare vicino ai propri familiari, solamente qualche giorno dopo. La speranza è quella che il Miur possa rivedere la rigidità (e l'assurdità soprattutto...) di tale procedura che finirà per creare nuovi ed ulteriori disagi.