L’anno nuovo i Dipendenti Pubblici dovranno fare i conti con numerosi ed importanti cambiamenti della loro vita lavorativa. La riforma della Pubblica Amministrazione della Madia sta procedendo spedita e le norme che riguarderanno i lavoratori ed il loro profilo lavorativo sono già pronte. Entro febbraio 2017 quindi le novità previste dal nuovo testo unico del Pubblico Impiego saranno attive. Per i lavoratori statali nulla sarà come prima.

Le modifiche dei tecnici

Da mesi ormai tutto è pronto, la parte della riforma della Pubblica Amministrazione che riguarda i dipendenti prevede nuove direttive a cui saranno soggetti i dipendenti.

La bozza del nuovo testo unico però, nelle ultime settimane, ha subito diversi aggiustamenti da parte dei tecnici del Governo. Per i lavoratori la maggior parte delle novità, risultano essere restrittive, arrivando quasi a cancellare tutti i vantaggi che, luogo comune o no, indicavano i lavoratori pubblici come dei privilegiati. Per esempio, il classico detto che il posto di lavoro statale era il più sicuro dal punto di vista del licenziamento, viene a decadere. Infatti dall’anno prossimo il lavoratore statale potrà perdere il posto di lavoro nel caso l’Ente per il quale lavora, non abbia più bisogno di lui.

Ogni Ente infatti, dovrà comunicare ogni anno, quali e quanti dipendenti risultino essere eventualmente in esubero rispetto alle proprie necessità di organico.

Il dipendente che risulta non essere più necessario, verrà messo in “disponibilità” biennale. In due anni percepirà lo stipendio ridotto del 20% e nel caso in cui nel biennio, non fosse ricollocato in altri Enti Pubblici o per mancata necessità degli Enti, o per sua scelta, perderà definitivamente il posto di lavoro. Se a questo si aggiunge la lotta ai furbetti del cartellino, con la velocizzazione del procedimento sanzionatorio per i lavoratori colti in flagranza, la presunta “intoccabilità” dei lavoratori statali è definitivamente scomparsa.

Le altre novità

Un dipendente assenteista che timbra il cartellino e non si presenta al posto di lavoro in 30 giorni potrebbe essere licenziato. Sulla stregua di questo veloce meccanismo, saranno trattati anche i lavoratori che commettono altre infrazioni disciplinari. Probabilmente, diventerà automatica la visita fiscale, quella per i casi di malattia per esempio, per le assenze fatte di venerdì o nei giorni precedenti i festivi.

Il rischio che la lotta ai furbetti del cartellino faccia di tutta l’erba un fascio, come si suole dire è altissimo. Dal punto di vista dello stipendio, senza entrare nella vecchia questione del rinnovo post sentenza della Consulta, rinnovo che i lavoratori aspettano da oltre 7 anni, molto cambierà per i dipendenti pubblici. Innanzi tutto, il meccanismo della meritocrazia farà sì che i premi di risultato, quelli che fino ad oggi venivano divisi tra tutti i lavoratori, spetteranno solo a quelli considerati più meritevoli.

Partono le pagelle, cioè la valutazione di ogni singolo dipendente e solo a quelli valutati come migliori, dal punto di vista dei risultati, saranno erogati i premi. Anche gli scatti di anzianità verranno soppressi, cioè non si salirà di livello in base agli anni di servizio, ma solo in base al merito.

Gli aumenti di stipendio derivanti da questi scatti di anzianità, che per esempio nella scuola sono oggi gli unici veicoli di carriera, saranno sostituiti dal meccanismo del merito. La riduzione dei comparti da 11 a 4 poi, ha creato macro aree di lavoratori ed anche se il Governo ha stabilito di conservare lo stipendio, il profilo lavorativo e la qualifica che questi soggetti avevano fino ad oggi, c’è il rischio che vengano persi gli emolumenti variabili della busta paga, quindi trasferte, buoni pasto e così via. Proprio un’altra novità sarà la fine del buono pasto uguale per tutti.