Quello del TFA prima annunciato in pompa magna e poi caduto nel dimenticatoio più che un mistero rappresenta un addio: il famoso tirocinio formativo attivo cederà definitivamente il passo ad un nuovo sistema di reclutamento degli insegnanti. Con una macchina ancora in fase di definizioni che verrà messa in piedi per mezzo dei decreti delegati che verranno annunciati entro il prossimo gennaio 2017 il sistema d’accesso alla professione dell’insegnante verrà rinnovato del tutto: addio TFA e titoli abilitanti, ci sarà invece un percorso accademico ad hoc per chi ha deciso di fare l’insegnante e un concorso dopo la laurea che proietterà gli aspiranti docenti in un percorso di anni fatto di corsi universitari e tirocini scolastici.
Diventare insegnanti, si cambia: niente più titoli abilitanti
Sul TFA 2016 il governo sembra effettivamente averci messo una pietra sopra: nonostante l’annuncio, il bando che sarebbe dovuto uscire per fine luglio non è mai arrivato rilanciando l’ipotesi che la nuova edizione del tirocinio non vedrà mai luce. In effetti non avrebbe avuto molto senso se procedere con una nuova edizione se l’intero sistema di accesso all’insegnamento si appresta a cambiare del tutto. Stando alle ultime notizie riportate da IlFattoQuotidiano gli aspiranti docenti non dovranno più pagare per conseguire l’abilitazione all’insegnamento, saranno al contrario retribuiti per farlo. Con la riforma infatti, al termine della laurea chi vorrà fare l’insegnante dovrà affrontare un concorso per approdare prima ad un’ulteriore anno formativo in università (con obbligo di frequenza) seguito da un tirocinio retribuito all’interno della Scuola.
I tecnici che stanno lavorando alla riforma parlano di “assunzione graduale” che si sostituirebbe, almeno in una prima fase, al contratto a tempo indeterminato.
La formula “concorso – apprendistato”
Chi avrà superato il concorso sarà dunque prima obbligato a fare esperienza e prima di ricevere la “patente da insegnante” dovrà comunque subire un’ulteriore valutazione da parte degli organi collegiali al termine del periodo di tre anni prima dell’ufficializzazione in ruolo.
Per accedere al concorso ci sarà poi il requisito della laurea magistrale nelle materie di competenza per cui sarà previsto il conseguimento di almeno 36 crediti in discipline antropo-psico-pedagogiche da integrare ad esami facoltativi. In passato era emersa anche l’idea di una “laurea abilitante”, un 3+2 con bienni di specializzazione pedagogica a numero chiuso, pista in seguito abbandonata in favore della formula concorso – tirocinio. Si tratta di un cambiamento radicale che desterà sicuramente i malumori di qualcuno e farà felice chi non sarà più costretto a spendere un patrimonio per il tirocinio formativo attivo.