Si accende sempre di più il dibattitopolitico sulla riforma della scuola 2015 che all'albadello sciopero che si terrà il 24 aprile vede arrivare una nuovaproposta di emendamento piuttosto incisiva. Il testo, targato PD,smentisce la cosiddetta “laurea abilitante” e prospettal'abolizione dei Tfa in virtù della nuova figura del “professore apprendista” cui accedere previo concorso, ma stavoltaretribuito anziché a pagamento.

Concorso scuola, tra i requisitiobbligatoria la laurea magistrale nelle materie di competenza

Dopo il caos di promesse e smentite,indignazioni e manifestazioni legate alle assunzioni scuola 2015, la“Buona Scuola” potrebbe cambiare definitivamente tutto il sistemadi accesso all'insegnamento.

La notizia attiene all'emendamento chepresenteranno le esponenti PD Simona Malpezzi e Manuela Ghizzoni. Nello specifico, il concetto alla base è quello disemplificare l'intero iter, unendo insieme la fase della formazione equella del reclutamento. Come ben noto, ad eccezione delle assunzionipreviste dal primo settembre che – lo ricordiamo – sarannoriservate ai docenti delle GAE, l'abilitazione e il reclutamento deinuovi docenti saranno, a partire dal prossimo anno, soggetti aconcorso. Sui requisiti per il nuovo concorso scuola almomento vige la riserva, ma secondo la proposta PD saràindispensabile la laurea magistrale nelle materiedi competenza più 36 crediti formativi in ambitiantropo-pisco-pedagogici.

Riforma scuola, il PD vuole professoreapprendista: tolti i Tfa, retribuzione e formazione vanno di paripasso

Per chi passa le prove del concorso cisarà poi un triennio di apprendistato così strutturato: diploma di“specializzazione” da conseguire alla fine del primo anno per poipassare successivamente all'esperienza sul campo.

Dopo un solo annodi corsi tra università e scuola insomma i neo-docenti, verrannointrodotti all'insegnamento vero e proprio dapprima sottosupervisione di un tutor, per poi divenire sempre più autonomi. Lapiù importante novità riguarda il trattamento economico:a differenza degli odierni corsi a pagamento, con l'apprendistatoproposto l'aspirante docente inizierebbe già a guadagnare venendoretribuito già durante la formazione.

Icosiddetti “professori apprendisti” al termine del triennioverrebbero poi sottoposti a valutazione dagli organi collegiali e, incaso di esito positivo, ufficializzati a tempo indeterminato.



La figura del “professore apprendista” segna dunque una svolta sul dibattito che inpassato aveva prospettato l'ipotesi di una laurea abilitante 3+2 ecomporterebbe l'abolizione del Tfa, reso di fatto inutile da taleinnovazione. I cambiamenti connessi all'approvazione del suddettoemendamento sembrerebbero per tanti decisamente auspicabili, ma ildialogo sul tema è più acceso che mai ed è difficile prevederecosa accadrà nelle prossime riprese. Le divergenze infatti non sonosolo tra le varie fazioni politiche, ma anche all'interno del PDstesso, con una frangia conservatrice pronta a bocciare il testo.Inoltre, come ipotizza il Fatto Quotidiano, non èescluso che l'articolo venga stralciato diventando un progettodi legge autonomo, data l'invasività della manovra.Del resto le tempistiche non giocherebbero certo a favore dellaproposta Malpezzi-Ghizzoni: qualora questa venisse approvata insiemeal ddl scuola infatti, per essere messa in atto il tempo adisposizione sarebbe di circa 18 mesi.