Le ultime novità sulle pensioni aggiornate ad oggi 23 settembre continuano ad avere come punto di riferimento i lavoratori precoci e l'Inps, l'istituto presieduto da Tito Boeri. Proseguono le schermaglie tra sindacati e governo in vista del confronto, forse decisivo, del 27 settembre. In merito ai provvedimenti inerenti la riforma pensioni del 2017 ha parlato il leader della Cgil Susanna Camusso. L'ultimo capitolo dell'approfondimento di oggi lo dedicheremo invece alla decisione dell'istituto previdenziale a seguito della sentenza della Corte costituzionale dello scorso luglio.
Pensioni, situazione lavoratori precoci e decisione Inps
Le ultime notizie sulle pensioni hanno per protagonista la Camusso e le sue parole inerenti le pensioni per i precoci. A margine di una iniziativa della Fisac, il segretario generale della Cgil ha parlato della complicata situazione che investe, al momento, la categoria, auspicando come il rinvio deciso all'ultimo minuto dal governo sia il segnale di un miglioramento delle cose, e non il contrario.
Per la Camusso, la risoluzione della questione legata al prepensionamento dei precoci si avrà soltanto se prima verrà stabilità la platea che potrà beneficiare dei provvedimenti da inserire nel pacchetto pensioni, quindi soltanto in un secondo momento le risorse. Qualora l'esecutivo facesse il contrario, spiega la sindacalista, si potrebbe correre il rischio di creare un nuovo pasticcio, come quello compiuto ai danni degli esodati, che ancora aspettano l'ottava salvaguardia.
Senza mai nominare il bonus contributivo per i precoci, il numero uno della Cgil incita il governo nel trovare una soluzione ad un problema che si trascina ormai da troppo tempo, ribadendo, se ce ne fosse bisogno, che ad oggi la soluzione ancora non c'è. Anche alla luce delle ultime dichiarazioni della Camusso, è evidente come uno dei punti principali, se non quello primario, del prossimo confronto sarà proprio quello relativo ai lavoratori precoci. Una sorta di miracolo, se si pensa a quale era la situazione soltanto qualche mese fa.
Che cosa dobbiamo aspettarci dalla riunione del 27 settembre? Forse un provvedimento definitivo non verrà alla luce così presto, ma dovrebbe, il condizionale è d'obbligo, essere fatta luce quantomeno sulla platea che potrà beneficiare dell'ancora misteriosa "pezza" che l'esecutivo apporrà per la risoluzione dei problemi della categoria.
Appare scontato come l'esecutivo non intraprenderà la strada costosa di quota 41, vale a dire la possibilità per i precoci di andare in pensione dopo 41 anni di contributi.
Una delle ultime ipotesi, che sempre più si sta facendo avanti, è quella di quota 41 anni e 10 mesi per i precoci, una via di mezzo, quasi, tra la richiesta ufficiale dei lavoratori, quota 41 per tutti, ed il limite attuale imposto dalla Fornero, vale a dire 42 anni e 10 mesi (per gli uomini). Di fatto, per le donne, che già accedono alla pensione dopo 41 anni e 10 mesi di contributi, non cambierebbe nulla.
Capitolo Inps. Di ieri la notizia che l'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, alla luce della sentenza di luglio della Corte Costituzionale, provvederà al rimborso completo degli arretrati di quegli assegni che sono stati tagliati a seguito della norma, poi dichiarata illegittima, anti-badanti, che venne introdotta nel 2011 dal governo Berlusconi. È quanto si legge nella circolare numero 178 del 21 settembre. Per altri aggiornamenti sulla previdenza cliccate Segui in alto a destra.